“Com’è possibile che una ragazza così bella, solare e benvoluta possa commettere un gesto così estremo?”. Non se lo spiega, Paolo Picchio, padre di Carolina, la prima vittima di cyberbullismo in Italia. A poco più di due anni dall’episodio, Picchio parla davanti a centinaia di ragazze e ragazzi, coetanei della figlia scomparsa, per rivolgere loro un appello. “Mia figlia è stata violata dalla maldicenza, dall’invidia e dalla vigliaccheria. Isolate i bulli sulla rete e segnalate il vostro disagio o quello dei vostri compagni prima che questo porti alla disperazione”. A Borgomanero, importante centro tra Piemonte e Lombardia, tutti conoscono la storia di Carolina. Una ferita ancora aperta, che ha portato la Senatrice Elena Ferrara, sua insegnante alle scuole medie, a presentare il disegno di legge per il contrasto e la prevenzione del cyberbullismo, nato da un percorso di monitoraggio sul fenomeno all’interno della Commissione Diritti Umani che ha coinvolto lo stesso Paolo Picchio. Da allora la parlamentare novarese risponde agli inviti di insegnanti, genitori, studenti e istituzioni da tutta Italia, per capire come la politica possa rispondere al vuoto di regole e valori che spesso mette a rischio i più giovani sul web. Un percorso di ascolto e confronto che lunedì 2 marzo ha toccato il Nord della provincia di Novara, per parlare di “Social network e bullismo in rete”. Un incontro voluto da Anna Tinivella, Sindaco e medico, in collaborazione con “L’informagiovani” e l’Istituto Tecnologico “Leonardo da Vinci”.
“Al caso di Carolina – continua la Senatrice – ne sono seguiti molti altri; da Venaria a Roma, da Torino a Bergamo, fino a Genova, dove i giornali di questi gironi raccontano due episodi brutali, che tornano a farci capire quanto il web e i social si prestino alla spettacolarizzazione della violenza”. Pochi giorni fa il pestaggio ripreso con il telefonino e poi in circolazione su WhatsApp, tra l’indifferenza generale dei ragazzi presenti, di queste ore la notizia della 16enne adescata sui Social per girare filmati pornografici. “Episodi di violenza inaudita – commenta la Senatrice Elena Ferrara – che mi danno ancora più motivazioni per insistere nel percorso intrapreso con il ddl 1261”. Una nuova legge, non tanto per ribadire che il cyberbullo sia penalmente perseguibile, né per criminalizzare Internet o limitarne la sua natura, libera e spontanea. “Questa legge, che aspetta di essere discussa in Parlamento, dà la possibilità ai quattordicenni di segnalare direttamente un episodio di cyberbullismo ai soggetti che gestiscono i servizi new media. Se il contenuto lesivo non sarà rimosso sarà possibile rivolgersi al Garante della Privacy, che in caso di mancata risposta potrà provvedere alla rimozione dello stesso. Per i reati compiuti da minorenni con età superiore ai 14 anni nei confronti di un altro minorenne, sarebbe applicata la procedura di Ammonimento”. Un modo per intervenire prima della magistratura e nell’interesse degli stessi ragazzi, spesso autori inconsapevoli di comportamenti penalmente rilevanti.
La tutela dei ragazzi sul web può contare su un lavoro di squadra, che coinvolge il Ministero dell’Istruzione, lo stesso che lo scorso mese ha organizzato tutte le principali iniziative legate al Safer Internet Day, ma anche Polizia Postale, Save the Children, Telefono Azzurro e i Garanti della Privacy e dell’Infanzia, oltre a Facebook, Google e i produttori di telefonia Mobile. “Tutti soggetti con cui ci confrontiamo ogni giorno, per costituire quel tavolo permanente preposto alla sicurezza in Rete che metta a sistema risorse e soluzioni, a partire da nuovi percorsi di educazione digitale nelle scuole”, conferma Ferrara. “Un’attività a tutela dei ragazzi – conclude la Senatrice novarese – che mi vede sempre più fiduciosa: nelle scuole, infatti, trovo sempre più giovani consapevoli dell’importanza e della bellezza di costruire assieme un web sicuro e positivo”.
Una speranza raccolta da centinaia di studenti presenti all’Auditorium Aldo Moro, per una mattinata che li ha visti protagonisti anche con performance canore e testimonianza in prima persona, inserite tra i vari interventi dei relatori, moderati dal professore Eugenio Milani. Lo piscologo Francesco Monti ha analizzato i “cyber effetti del cyberbullismo”, mentre Roberto Musco della Polizia Postale ed il luogotenente Luca Bianchi Fossati dei Carabinieri hanno stimolato i ragazzi a prendere posizione e non restare spettatori di fronte a soprusi e violenza.
La giornata si è poi conclusa con un incontro dedicato a genitori e insegnanti, per analizzare quali segnali nei comportamenti dei ragazzi si possono cogliere per comprendere se e quanto siano toccati dal fenomeno del cyberbullismo.