Nei giorni scorsi ho partecipato ad un secondo tour nelle terre del vino novaresi. Ho riscontrato da parte di tutti i miei interlocutori, volutamente impegnati nel medesimo settore, ma su fronti diverse, le medesime istanze: semplificazione burocratica, promozione e attenzione alle esigenze del settore. Queste le priorità espresse dalla presidente Zoppis della cantina Antoniolo di Gattinara, dal Presidente di Coldiretti Rovellotti, da Francoli di Ghemme, da Travaglini, da Ponti ad esempio. Cosi dagli imbottigliatori, come i fratelli Zanetta di Sizzano e agli enologi, rappresentati da Mauro Colombo.
Istanze e valutazioni che intendo portare all’attenzione della Commissione Agricoltura e del Ministero di competenza.
Riguardo all’Erbaluce, e all’attuale divieto di precisare il vitigno di provenienza da parte delle aziende dell’Est Piemonte, porterò presto la questione sui tavoli degli organi preposti, ad ogni livello istituzionale. Dal 2010, infatti, gli operatori locali non possono specificare la qualità della vite sull’etichetta a causa di un disciplinare, quello dell’Erbaluce di Caluso Docg, che limita l’utilizzo ad un’area ristretta al solo Canavese.
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