Quando martedì Benedetto è entrato in classe, i suoi compagni non c’erano. Perché Benedetto – il nome è di fantasia – è un bambino autistico di 7 anni e qualche volta urla. Così, due giorni fa, i genitori dei suoi compagni hanno deciso di non mandare i figli a scuola: una classe deserta, il silenzio, l’umiliazione”. Tutto ciò è realmente accaduto in un Istituto della provincia di Palermo dove i genitori hanno sostenuto che i propri figli andando a scuola “subivano un disagio”. Un fatto che ha dell’assurdo e che ci riconsegna gli istinti peggiori di un’Italia che non accetta chi è diverso: sono ancora troppi nel nostro Paese episodi di discriminazione di questo tipo. Il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone è subito intervenuto chiedendo informazioni all’Ufficio scolastico regionale, avviando un’inchiesta. Un bambino non può essere isolato perché autistico. La scuola deve essere un luogo accogliente, di supporto alle famiglie a volte abbandonate al proprio destino. È di questi giorni la tragedia che ha colpito Novara, con un padre, vedovo, che ha ucciso il proprio figlio autistico per poi tentare il suicidio. Un padre solo, un genitore che non ha retto alla disperazione. L’ho sottolineato nell’edizione odierna del Corriere di Novara, ricordando l’importanza della legge “Dopo di Noi”, che garantisce anche una rete di sostegno alle persone con handicap rimaste senza genitori. Sgravi fiscali, esenzioni e incentivi per la stipula di polizze assicurative, trust su trasferimenti di beni e diritti post-mortem sono alcune delle norme studiate ad hoc. Ora si rendono urgenti i decreti attuativi alla norma, per combattere la solitudine di tante persone spesso sorrette solo dalla buona volontà di qualche associazione. La sofferenza di un padre che ha perso la moglie e si ritrova da solo con il figlio gravemente disabile deve essere la sofferenza di tutti noi.
Legge “Dopo di noi”, urgenti i decreti attuativi
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