“Ho chiesto al Santo Padre la benedizione per il Centro nazionale sul cyberbullismo, che la Casa Pediatrica del Fatebenefratelli di Milano vuole dedicare alla memoria di mia figlia Carolina. Assieme al Direttore della struttura sanitaria, Luca Bernardo, abbiamo ricevuto la Santa Benedizione per questo importante progetto che attende ancora i fondi promessi dal Ministero dell’Istruzione. Nella grande sfida contro il bullismo risulta fondamentale l’atteso passaggio alla Camera dei Deputati del disegno di legge promosso da Elena Ferrara, già insegnante di musica di Carolina, a più di un anno dall’approvazione unanime in Senato. Non possiamo più aspettare, le ragazze e i ragazzi, come pure i genitori, non possono essere lasciati soli!”
Con queste parole Paolo Picchio, padre della 14enne novarese prima vittima riconosciuta in Italia di cyberbullismo, commenta l’udienza giubilare cui ha preso parte ieri in Vaticano (e su cui, in calce, è disponibile una rassegna stampa). Un incontro con il Pontefice per affrontare un tema ormai diventato un’emergenza sociale. Proprio Papa Francesco più volte si è interessato ai temi della sicurezza in Rete sottolineando come Internet sia “un dono di Dio, in grado di offrire maggiori possibilità di incontro e solidarietà”. Ma se da un lato il web con nuovi servizi e strumenti tecnologici “nasce per semplificare e migliorare la qualità della vita – continua il Papa – talvolta distoglie l’attenzione da ciò che realmente è importante: la vostra felicità non ha prezzo e non si commercia. Non è un app che si scarica sul telefonino, nemmeno la versione più aggiornata potrà aiutarvi a diventare liberi e grandi nell’amore”.
La morte di Carolina fu un fatto tragico, che scosse tutta la comunità e l’opinione pubblica. Un episodio che spinse Paolo Picchio ad impegnarsi per raccogliere il messaggio lasciato dalla figlia, già mia allieva all’Istituto Verjus di Oleggio: “le parole fanno più male delle botte”. Proprio Carolina, allora 14enne, nella sua lettera d’addio il 5 gennaio 2013, auspicò che più nessuno potesse subire ciò che aveva coinvolto lei. Il web, d’altronde non ha coscienza. Dobbiamo essere noi, in quanto comunità, a costruirla assieme. Da tre anni, dunque, è partita una sfida che ha visto il mio impegno in Parlamento. Appena eletta portavo il problema all’attenzione di Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti Umani, il quale disponeva un’apposita indagine conoscitiva. Dal lavoro svolto in Commissione è nato un apposito disegno di legge a prevenzione e contrasto del cyberbullismo, di cui sono prima firmataria. Un ddl non contro la Rete, ma che pone le basi per costruire un nuovo principio di cittadinanza digitale. La proposta di legge, infatti, non ha carattere repressivo, bensì educativo e inclusivo. L’impegno è quello di non abbandonare la strada del dialogo percorsa in questi tre anni con le nuove generazioni, forti del contributo con tutti i soggetti preposti, a partire dal MIUR e dalle stesse aziende new media. Proprio quest’ultime, per la prima volta e in maniera decisa, hanno dato tutto il proprio supporto: un impegno che risulta fondamentale per l’attuazione del disegno di legge. In tutti gli incontri con gli esperti, le procure minorili, autorità garanti e rappresentanti istituzionali è sempre emersa la necessità di mettere a sistema una formazione continua a partire dalla scuola e di riorganizzare le tante attività educative che ho rilevato su tutto il territorio nazionale in oltre 70 incontri sui territori. Aiutiamo i nostri ragazzi a capire che Internet è luogo di umanità, prima ancora che comunità. Un luogo che genera emozioni vere, anche nelle amicizie virtuali. Sarà, infatti, non tanto la scienza, ma l’etica ad insegnarci ad usare bene la tecnologia.
Un messaggio condiviso dal professor Luca Bernardo e dalla Casa Pediatrica di cui è direttore. Proprio nell’ottobre del 2015 il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e l’ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per attivare il primo “presidio operativo nazionale” per arginare i fenomeni illegali sul web. Un centro a coordinamento di una rete nazionale per trattare i casi in una logica di prossimità. Un passaggio importante a tutela dei ragazzi e dei pre adolescenti che tenta di dare una risposta alle continue sollecitazioni che ci giungono dai territori, inserendosi in un contesto di attenzione crescente delle Istituzioni per la promozione di un uso sicuro e consapevole del web da parte dei minori: dalle linee d’orientamento su bullismo e cyberbullismo emanate dal Ministero, alle nuove disposizioni inserite nella riforma scolastica, senza dimenticare il costante impegno della Polizia Postale a servizio delle famiglie e dei giovani internauti. Un centro che aspetta di partire e che vede il coinvolgimento attivo di Paolo Picchio: la nuova struttura sarà intitolata proprio a Carolina.
Non c’è più tempo da perdere – spiega Paolo Picchio – spero che al più presto la legge Ferrara e il Centro per il contrasto e la prevenzione del cyberbullismo diventino realtà: sono proprio i ragazzi a chiedercelo, partendo dalle scuole”. Ragazzi che troppo spesso incappano nelle maglie del condizionamento, della discriminazione e dell’isolamento. Pensare di controllare internet non comporta necessariamente limiti alla libertà di tutti. Dobbiamo fare leva sulla scelta nelle mani dei nostri ragazzi e promuovere l’utilizzo responsabile di quello che rimane pur sempre uno strumento: reale e virtuale non sono più distanti, soprattutto nella socialità dei minori che, sempre più in tenera età, affidano agli strumenti digitali buona parte della loro identità e della loro reputazione. Da questo punto di vista una task force, per evitare inutili dispersioni di tempo e risorse, è necessaria per aiutare i nostri giovani. La gravità del fenomeno richiede la massima urgenza al Parlamento, chiamato ad approvare una legge al più presto. A maggio sono scaduti i termini per presentare gli emendamenti al testo nelle Commissioni congiunte Giustizia e Affari sociali. Il testo di partenza, che attende ancora di essere discusso alla Camera, è quello approvato all’unanimità dal Senato. La tecnologia corre veloce, le istituzioni rischiano di restare al palo.
Rassegna stampa sull’incontro con il Papa (in aggiornamento)
Testate nazionali
La Stampa – Il Papa benedice il progetto Carolina (edizione Premium solo per abbonati)
Corriere della Sera – Il Papa benedice la lotta ai cyberbulli
Nanopress – Cyberbullismo, Papa Francesco: ”Trovare nuove modalità per i bisogni di chi soffre”
Nanopress – Cyberbullismo, cos’è e come combatterlo? Intervista al professor Luca Bernardo
Testate locali
Novara Oggi – Paolo Picchio in udienza dal Papa. “La misericordia è uno stile di vita”
Il Venerdì di Tribuna – Cyberbullismo, Paolo Picchio ricevuto dal Papa