E’ ancora vivo il ricordo di Dominique Velati, l’infermiera di Borgomanero, che poco prima di Natale si è recata nella vicina Svizzera per l’eutanasia. Una storia di coraggio; quello di una donna che con serenità ha deciso di non subire fino in fondo la sua drammatica condizione di malata terminale. Una battaglia di civiltà, perché basata sul rispetto. Un sentimento che, verso la scelta di Dominique, ritengo quantomeno dovuto. Rispettare, infatti, non significa automaticamente condividere, bensì riconoscere ad ogni essere umano dignità e autodeterminazione.
Depenalizzare l’eutanasia non significa legalizzare un omicidio, ma normarla e regolamentarla, per accompagnare serenamente e con l’opportuna assistenza medica chi ha compiuto una scelta.
Il tema è complesso, estremamente delicato, ma è altrettanto ingiustificato che la legge italiana, oggi, non consideri il diritto all’autoderminazione del fine vita. Mi auguro che presto, magari già nel 2016, il Parlamento possa porre rimedio a questo vuoto di diritto.
Di seguito il video del mio intervento a Palazzo Madama. Qui, il testo completo.