La Senatrice, prima firmataria del ddl prevenzione e contrasto del cyberbullismo, sulla normativa Ue che sollecita i governi a portare da 13 a 16 anni l’età minima per iscriversi ai social network
«Tutelare i più giovani è un dovere, ma risulta necessario colmare il deficit educativo nei confronti delle nuove generazioni». Così la senatrice Elena Ferrara, referente in Commissione Diritti Umani per il cyberbullismo e prima firmataria del ddl a prevenzione e contrasto del fenomeno, commenta la notizia sull’intesa raggiunta da Unione e Parlamento Europeo per innalzare il limite di iscrizione ai principali social network dai 13 ai 16 anni. «Secondo le statistiche, almeno il 70 per cento dei ragazzi tra i 9 e i 12 anni ha aperto un profilo social – ricorda la Senatrice Democratica – quindi la normativa, che lascia comunque agli Stati membri la decisione di aggiornare o meno il vincolo, rischia di essere superata». E’ proprio la velocità, nonché la libertà, che caratterizza l’esperienza digitale dei pre adolescenti che suggerisce di puntare su educazione e formazione. «Il controllo, specialmente quando si parla di minori, è importante – continua la parlamentare piemontese – ma senza una politica seria di prevenzione saremo sempre a rincorrere il problema». Proprio la prevenzione è al centro del disegno di legge approvato all’unanimità dal Senato, che da un lato responsabilizza i ragazzi, dall’altro introduce la formazione scolastica all’uso corretto e positivo del web. «Una percorso che coinvolge tutti i soggetti e le istituzioni interessate, aziende new media comprese, che proprio in questi giorni hanno partecipato alle audizioni presso le Commissioni riunite Giustizia e Affari Sociali della Camera sulla proposta di legge C.3139». Un passo importante nell’ottica della discussione del testo nell’Aula di Montecitorio, oggetto di un recente appello dei Senatori Pd alla Ministra Elena Boschi. «I genitori sono i primi a comprendere il ruolo di internet nello sviluppo e nella socialità dei propri figli, ma il gap generazionale, unito alla straordinaria fruibilità degli strumenti di comunicazione e all’accesso costante alla Rete, impone di affiancare alle famiglie servizi continui e strutturati, dedicati soprattutto ai giovanissimi e sempre più precoci internauti. Con loro e per loro – conclude Elena Ferrara – dobbiamo costruire le basi per una nuova cittadinanza digitale».