Prosegue il mio tour sui territori per discutere del futuro della musica, illustrando le iniziative intraprese a livello istituzionale. Un’occasione di confronto per raccogliere istanze e suggerimenti che prosegue questo fine settimana con una due giorni emiliana. Venerdì 18 settembre, infatti, sarò a Ferrara, presso il Circolo Arci Bolognesi nella centralissima piazzetta San Nicolò, per partecipare alla Festa dell’Unità “CulturaMusicaCucina” nel corso della quale modererò il confronto “Una nuova musica a scuola”. L’indomani, invece, sarò a Modena per intervenire alla Festa provinciale del PD, cui parteciperà anche l’ARCI.
Giornate come queste mi ricordano sempre più come la musica sia un importante strumento di crescita sociale, oltre che personale, e deve necessariamente rappresentare un punto di svolta formativo per le generazioni presenti e future. Obiettivi sviluppati nel ddl “Abbado”, legge di cui sono prima firmataria, che intende valorizzare l’insegnamento musicale e delle discipline artistiche in tutte le scuole di ogni ordine e grado; perché cultura, bellezza e talento possano essere davvero bene comune. Concetti sintetizzati anche nella delega alla cultura umanistica contenuta nel ddl sulla scuola (art.22 lettera H).
Educare le nuove generazioni alla bellezza risponde al diritto di fruire consapevolmente del patrimonio storico, artistico e culturale che il nostro Paese, per molti aspetti unico, rappresenta. Un capitale da preservare per offrire la possibilità ai ragazzi di scoprire e sviluppare i propri talenti e che come promotrice e presidente dell’intergruppo parlamentare “Per la Musica”, con altri colleghi deputati e senatori, sostengo nelle istituzioni il diritto alla musica come linguaggio fondamentale dell’Uomo.
Sono state decine le audizioni di portatori di interesse del settore, infatti, che ci hanno permesso di indirizzare al Governo precisi inviti e impegni finalizzati a rilanciare il settore delle arti performative innovando i modelli. Va intrecciata la domanda formativa con una nuova visione di accesso ai beni culturali, vanno rilanciate la produzione e la ricerca con uno sguardo più aperto alle politiche sociali, dell’accoglienza e dello sviluppo turistico”. Diversi i settori sollecitati, dagli aspetti normativi che regolano il mondo dello spettacolo dal vivo ai diritti d’autore; dal welfare alle misure fiscali, dalla semplificazione alla promozione. Tutti concordi nell’identificare un percorso che tenga insieme il mondo della formazione con quello della produzione e dell’innovazione anche in questo particolare settore del nostro Made in Italy.
La cultura è un diritto, sostenerla un dovere. Un impegno confermato anche dalla Risoluzione sull’Affare assegnato Musica (Doc.XXIV n.47), approvata all’unanimità dalla VII Commissione di Palazzo Madama di cui sono stata relatrice. Un documento di indagine sul settore musicale che individua strategie per mantenere vivo l’immenso repertorio italiano e per attivare processi virtuosi di creazione e innovazione culturale, anche nei confronti del panorama internazionale. La Risoluzione, oltre a proporre il riconoscimento di “bene musicale”, valorizza l’operato di centri di ricerca, di produzione e di formazione senza omettere temi legati allo spettacolo dal vivo, di cui salvaguardare la vastissima rete di lavoratori e artisti. Dalla Risoluzione è scaturita la delega al governo contenuta nella Legge 107/15 che prevede la promozione e diffusione della cultura umanistica con un potenziamento della formazione musicale ed artistica. Il Governo ha 18 mesi per emanare il decreto legislativo ed i casi come quello rappresentato danno la misura della fragilità del sistema e dell’urgenza dell’intervento.
Infine, è notizia di questi giorni, che i docenti italiani si vedranno accreditare per la prima volta il contributo per l’autoformazione previsto dalla recente riforma dell’istruzione. Un annuncio fatto dal Ministro Stefania Giannini che garantirà 500 euro in più ai docenti, direttametne in busta paga. Una norma importante per aiutare gli insegnanti ad aggiornarsi e per poter essere il valore in più di un sistema scolastico che si pone, sempre più, come luogo centrale nella formazione dei cittadini di domani.