Oggi nella sala del direttivo del Partito Democratico al Senato l’avvocato del popolo Saharawi, Gill Devers, accompagnato da Omar Mih, ha presentato gli esiti della sentenza della Corte di Giustizia europea del 21/12/2016 rispetto ai rapporti commerciali della UE e degli stati membri con il Marocco e il Fronte Polisario. Il documento regolando i commerci su prodotti dell’agricoltura, sulla pesca, sottolinea che l’accordo di associazione e liberalizzazione tra l’Ue e il Marocco non può essere applicato al Sahara occidentale, respingendo una precedente deliberazione di un tribunale europeo. «Ancora un importante passo avanti nella soluzione della questione Saharawi» commenta la Senatrice Elena Ferrara, componente dell’intergruppo parlamentare di solidarietà con il popolo Saharawi con cui sottoscriverà un’interrogazione ad entrambi i rami del Parlamento per chiedere al Governo quali effetti potrebbe avere la sentenza sulle imprese italiane operanti in Sahara Occidentale . «La corte di giustizia – prosegue la Senatrice Democratica – ha, infatti, evidenziato come, secondo il diritto internazionale, il Sahara occidentale non possa essere sottoposto alla giurisdizione del Marocco, richiamando la Carta delle Nazioni Unite e dal principio di autodeterminazione dei popoli». Un’ulteriore spinta verso l’indipendenza di un popolo che dal 1976 chiede il riconoscimento della propria legittima aspirazione alla libertà e all’autodeterminazione. «Un’emergenza umanitaria che non può e non deve essere ulteriormente ignorata» spiega Elena Ferrara richiamando tutte le istituzioni e l’opinione pubblica. «Proprio ieri – precisa Ferrara – è stato presentato alla Camera un libro dal titolo “Sahara deserto di mafie e jihad”. Mi unisco al Senatore Stefano Vaccari nello stigmatizzare questa iniziativa: siamo di fronte ad un testo che non solo mistifica la realtà ma sembra avere l ‘unico obiettivo di danneggiare la causa saharawi». Una posizione ribadita anche da Massimiliano Caligara rientrato da una serie di missioni umanitarie nei campi profughi di Tindouf in Algeria con l’associazione Amici del lago Onlus – Circolo di Legambiente: «Come ha rilevato il rappresentante del Fronte Polisario in Italia – spiega Caligara – il volume in questione trascura documenti ufficiali e le notizie relative alla situazione riconosciuta dalle Nazioni Unite. Non solo, si tace la responsabilità del Marocco, che ha occupato con la forza i territori del Sahara Occidentale nel 1976, più volte denunciata anche dalle associazioni internazionali per la difesa dei diritti umani. E’ necessario fare chiarezza e giusta informazione sulla situazione del Popolo Saharawi per contribuire alla soluzione di un vicenda annosa che può avere importanti risvolti anche sulla stabilità e il mantenimento della pace nel territorio Nordafricano».
Importante riconoscimento per il Popolo Saharawi dalla Corte di Giustizia europea
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