Una giornata dedicata all musica e alle arti performative quella di sabato 24 giugno alla Sala Casorati di Novara in cui ho voluto presentare il Decreto Legislativo 60 “Norme sulla promozione della Cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio, delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività”.
A latere della presentazione ho incontrato genitori e insegnanti dei licei musicali di Novara, Vercelli e Torino. Molti sono stati spiazzati dall’incongruenza tra le ore di insegnamento dedicate allo strumento, specificate dal DPR, rispetto a quanto la legge sembrava poter garantire. Una legge comunque intervenuta positivamente nella stabilizzazione delle cattedre nel comparto musicale, circa 2000, sia sulle ore dedicate alla musica d’insieme. Se per questo anno l’organico di diritto è chiuso, possiamo aspirare ad un aumento delle cattedre attraverso l’organico di fatto. Sul fronte della formazione musicale e artistica in generale, Dgls 60, figlio della delega alla 107, Cultura umanistica e all’impegno parlamentare per garantire il diritto alle arti delle nuove generazioni, lo Stato saprà nel prossimo futuro investire e sostenere tutto il comparto cultura, dalla scuola agli operatori del settore.
Musica e danza, teatro e cinema, pittura, scultura, arti decorative e design, scrittura creativa… I linguaggi artistici troveranno più spazio all’interno dei percorsi formativi nel nostro Paese. Con l’approvazione del Dgls 60 “Norme sulla promozione della Cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio, delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività” questa legislatura ha confermato un evidente cambio di passo sul fronte del diritto alle arti e alla cultura umanistica degli studenti.
Il provvedimento trova la sua genesi nel Disegno di legge 1365 “Disposizioni in materia di valorizzazione dell’espressione musicale ed artistica nel Sistema dell’istruzione” dedicato al Maestro Claudio Abbado a mia prima firma. I temi specificamente riferiti alla filiera degli studi musicali contenuti in quella proposta hanno trovato una sintesi nelle conclusioni della Risoluzione 47/15 approvata nel maggio 2015 all’unanimità in 7 commissione al Senato e si è trasformato nella delega “cultura umanistica” comma 181 lettera g) della 107/15 approvata nel luglio dello stesso anno. Del decreto legislativo conseguente sono stata relatrice in Commissione ed il lavoro di rielaborazione in sede di parere è stato rilevante. Il Miur ha recepito tutte le indicazioni espresse nel parere e la norma è entrata in vigore il 31 maggio.
La cornice normativa è quella delle Convenzioni internazionali sul diritto dei minori alla cultura e all’espressione artistica per arrivare alle Competenze chiave di cittadinanza dell’UE (la 6 ”competenze sociali e civiche” e la 8 “consapevolezza ed espressione culturale”) per cui questa legge rappresenta una rinnovata e oggettiva legittimazione della valenza formativa dei linguaggi della creatività, intesa come esperienza fondamentale per conoscere e comprendere la nostra identità culturale, le sue radici classiche e per alimentare un sano spirito critico. La legge sottolinea l’importanza della conoscenza storico-critica del patrimonio e, se pensiamo che il 2018 sarà l’anno europeo dal patrimonio, appare evidente la sua rilevanza. In un’epoca di estrema complessità geopolitica al confronto con i flussi migratori e nuovi equilibri demografici, è importante considerare ineludibile il rafforzamento dell’identità culturale dei cittadini europei per meglio affrontare le sfide del futuro. Ma oltre ad aspetti di tipo culturale ed artistico è importante anche sottolineare la valenza in termini di crescita economica e occupazionale.
La Commissione Europea ha predisposto un bilancio di 1,46 miliardi di euro (2014-2020) per sostenere decine di migliaia di artisti, professionisti della cultura e dell’audiovisivo e delle organizzazioni nelle arti dello spettacolo, belle arti, editoria, cinema, tv e musica, partendo dal presupposto che i settori culturali e creativi, pensiamo alle nostre produzioni creative di qualità!, rappresentano il patrimonio immensamente ricco e diversificato dell’Europa e contribuiscono all’evoluzione delle nostre società. L’Europa sceglie, dunque, di investire sulla cultura, sulla promozione e la salvaguardia della diversità linguistica e del patrimonio culturale, sulla competitività nel settore creativo, sulla promozione di una “crescita intelligente”, sostenibile e inclusiva.
In questo solco interviene il D.leg. 60/17, con l’obiettivo di costruire un sistema integrato in cui Miur, Mibact, Terzo settore e mondo della produzione lavorino fianco a fianco. Formazione e produzione sono le due facce di una stessa medaglia.
E’ quindi importante promuovere la sinergia tra i linguaggi artistici e tra questi e le nuove tecnologie, delle esperienze di ricerca e innovazione, valorizzando le capacità ipertestuali e il pensiero critico tanto utile anche alla formazione di un pubblico qualificato.
Purtroppo ancora oggi nel nostro Paese sono evidenti le carenze formative nel settore delle arti, sia sotto il profilo della conoscenza della storia, sia per quanto attiene l’esperienza estetica. Tutti gli osservatori dell’infanzia e adolescenza ci mettono di fronte alle carenze educative di bambini e adolescenti derivanti da una scarsa fruizione al patrimonio e in particolare alle espressioni performative. Non è solo la crisi economica, sono gli stili di vita e probabilmente anche l’abuso delle tecnologie. Abbiamo bisogno di combattere la povertà educativa ed “estetizzare” chi oggi rischia di essere anestetizzato!
In questi giorni si è celebrata la Festa Europea della Musica 2017. Oltre 500 città e più di 33.000 artisti coinvolti. Un successo dovuto anche alla reazione alla strage di Manchester.
Quando 30 anni fa (era l’11 giugno del 1987) fu fondata la SIEM a Novara fu chiaro ai docenti e operatori promotori della sezione novarese il bisogno di riscattare la musica dalla dimensione residuale nel nostro sistema educativo e scolastico. Si diede così vita ad un progetto di formazione che coinvolse tantissimi professionisti e formatori. Tanti percorsi nacquero proprio nella convinzione che una nuova pedagogia musicale ed artistica offrisse una enorme opportunità per la crescita globale dei bambini, degli adolescenti e dei soggetti svantaggiati. Molte esperienze più o meno lontane nel tempo e in diversi istituti scolastici hanno aperto strade molto interessanti. Si sente il bisogno di riaffermare un nuovo umanesimo attraverso progetti in rete gli enti culturali del territorio.
Il Dleg. 60/17 muove proprio dal garantire a tutti gli studenti la cultura umanistica e il sapere artistico al fine di riconoscere la centralità dell’uomo, affermandone la dignità, le esigenze, i diritti e i valori. Esso individua 4 temi della creatività: musicale-coreutico, teatrale-performativo, artistico-visivo, llinguistico-creativo.
L’attuazione del “Piano delle Arti” presuppone un sistema coordinato a livello nazionale, ma si declina in una programmazione e di un impegno da parte delle autonomie scolastiche, anche in rete, a partire dai primi anni di scuola.
Per quanto riguarda lo specifico settore musicale la legge entra nel merito della filiera musicale con un superamento dell’attuale normativa delle scuole media ad indirizzo musicale e creando un’armonizzazione dei percorsi tra licei musicali e conservatori.
Oggi i licei musicali, nati nel 2010, stanno vivendo un momento importante perché finalmente vedono la stabilizzazione del personale delle discipline caratterizzanti. Come tutti i momenti di assestamento si rilevano criticità e opportunità entrambe assolutamente meritorie di estrema attenzione.
Il mio impegno proseguirà nei prossimi mesi per seguire l’emanazione dei decreti attuativi; la costituzione di un tavolo novarese su questi temi potrebbe essere un’interessante opportunità di condivisione, approfondimento ed elaborazione progettuale anche in preparazione dell’anno europeo del patrimonio.