“La notizia dell’arresto dei fratelli Giulio e Francesca Maria Occhionero, per aver trafugato negli anni materiale riservato e dati sensibili, ha aperto un dibattito sull’importanza della sicurezza in Rete; tema su cui cittadini si stanno interrogando rispetto i rischi e sull’importanza di un’adeguata protezione, a maggior ragione per chi svolge ruoli di responsabilità pubbliche”. La Senatrice Elena Ferrara interviene così sull’operazione EyePyramid coordinata dalla Procura di Roma e condotta dal Centro Nazionale Anti Crimine Informatico della Polizia Postale, che ha sgominato l’attività portata avanti dai due fratelli ora chiamati a rispondere dei reati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato e intercettazione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche.
“Sarebbero circa 1700 i computer infettati e 20mila le vittime accertate – continua la Parlamentare democratica – numeri che, fanno sapere i vertici della Polizia Postale, potrebbero aumentare una volta esaminati i server dislocati negli Stati Uniti e sequestrati grazie alla collaborazione della Cyber Division del FBI”. Un quadro criminale capace per anni di carpire informazioni molto riservate dei maggiori apparati dello Stato, le cui conseguenze sono ora al vaglio degli inquirenti: “Alla Polizia Postale va il mio ringraziamento per l’operazione condotta che ha permesso di interrompere il primo attacco Apt (Advanced Persistent Threat) ai danni del nostro Paese – continua Ferrara – Si pensi, come sottolineato dal Gip incaricato di seguire le indagini, che i fratelli Occhionero avrebbero tentato di hackerare il sistema informatico dell’Enav, contenente informazioni relative alla sicurezza pubblica dell’aviazione civile”.
I dati e le informazioni che viaggiano ogni giorno nelle infinite comunicazioni scambiate online, condizionano infatti la società nella sua globalità, dal mercato alla sicurezza, dalla pubblicità ai rapporti interpersonali. “Se una volta con il termine Privacy si intendeva uno spazio fisico, dove era possibile controllare cosa non condividere con malintenzionati, oggi questo è molto più difficile – spiega la Senatrice Democratica – con l’avvento delle nuove tecnologie in pochi anni sono state abbattute le barriere spazio temporali: un progresso dalle potenzialità ancora sconosciute che certamente implica responsabilità precise e una maggiore presa di coscienza. Proprio per questo motivo sono importanti le rassicurazioni che ho ricevuto dai vertici della Polizia di Stato sul mantenimento di diversi uffici provinciali, tra cui quello di Novara, strategici in termini di prevenzione e controllo”.
Un richiamo alla consapevolezza che la Senatrice Ferrara ha raccolto nei costanti incontri tenuti nel corso della Legislatura con associazioni, educatori, professionisti del settore, ragazzi e famiglie: “In questi anni – spiega Ferrara – ho imparato che il fenomeno del cyberbullismo si lega a doppio filo con la permeabilità dei dati personali, soprattutto quando a maneggiarli sono i minori. Dati sensibili come immagini o geolocalizzazione che possono esporre i nostri ragazzi a rischi inutili”.
Per questo è nato il ddl a prevenzione e contrasto del cyberbullismo, che attende di essere approvato a Palazzo Madama in terza lettura: “Il disegno di legge di cui sono prima firmataria, nato a seguito di un’indagine conoscitiva in Commissione Diritti Umani, non è contro la Rete ma mette al centro il tema della prevenzione – conclude Elena Ferrara – dobbiamo formare e preparare i nostri ragazzi alle sfide del domani; lo sviluppo tecnologico aumenta le capacità ma anche i rischi. Noi adulti per primi dobbiamo comprendere l’importanza dell’etica nelle tecnologie. È necessario dare il buon esempio, nei linguaggi e nelle abitudini, alle nuove generazioni che oggi guardano il mondo attraverso uno schermo. La scuola in questo ha un ruolo fondamentale nella formazione dei cittadini di domani, sancito anche nel ddl dove è preciso anche il richiamo a fare squadra: dalle istituzioni alle aziende, dalle Forze dell’ordine ai genitori. Solo tutti insieme potremo costruire un nuovo principio di cittadinanza digitale consapevole”.