Dietro il bullismo anche xenofobia e razzismo
Passeggiava in un parco a Milano, zona Lorenteggio, di domenica pomeriggio. Tanto è bastato ad un 15enne romano di religione ebraica per essere aggredito da un gruppo di giovani. Il ragazzo indossava la kippah, il copricapo portato dagli ebrei praticanti in segno di rispetto a Dio, e sarebbe stato dapprima insultato verbalmente e poi, una volta che aveva provato ad allontanarsi, inseguito e colpito al volto. All’arrivo delle volanti in zona – a pochissimi passi di distanza sorge la Scuola della Comunità Ebraica di Milano – gli aggressori si erano già dileguati. L’ipotesi investigativa al momento sarebbe quella di “bullismo giovanile”. Una parola, bullismo, dietro la quale spesso si celano una serie di atteggiamenti quali razzismo, xenofobia e discriminazione verso chi è reputato diverso. Nel branco queste condotte trovano terreno fertile per alimentare la violenza. Per questo è necessario educare e sensibilizzare i ragazzi al rispetto della diversità. Come ha avuto modo di spiegare Don Ciotti: “per quanto siano alti i muri o esclusive le leggi, nulla ci può difendere dallo smarrimento che sopraggiunge quando non troviamo più nel volto dell’altro un tratto della nostra stessa umanità”. Quale saggezza, infatti, può mai esistere fuori dal rispetto del prossimo?
Meina ricorda
Ne ho avuto proprio conferma sabato scorso, a Meina, partecipando all’appuntamento “Meina ricorda”, in memoria dei 16 ebrei, provenienti dalla Grecia, barbaramente uccisi e gettati nel Lago Maggiore, nel 1943, dalle SS naziste. Il ricordo di quella strage è vivo in tutti noi e soprattutto nei meinesi, che ogni anno ricordano quell’eccidio proponendo percorsi di formazione, rivolti alle nuove generazioni, contro pregiudizi ed emarginazione. Una serata che si è aperta con la cerimonia presso le Pietre d’Inciampo – le opere posate dall’artista Gunter Demnig con i nomi delle 16 vittime incise nel selciato – a cura della Sinagoga Lev Chadash. Una volta recitato il Kaddish, la preghiera ebraica dedicata ai defunti, ci siamo spostati in Municipio, dove si è svolto lo spettacolo teatrale “A cavallo di uno scherzo”, a cura dell’Associazione Culturale “Progetto Zattera”.
La musica come strumento di speranza
Proprio la musica e l’arte sono strumenti indispensabili per veicolare il messaggio di speranza e rispetto delle diversità. Il Senato, in tal senso, ha approvato “Disposizioni urgenti in materia di funzionalità del sistema scolastico e della ricerca” (decreto-legge 29 marzo 2016, n°42). Un testo importante all’interno del quale sono contenute diverse norme che cercano di ricucire quella forbice che sta indebolendo le fasce più deboli della società: basti pensare che il 18,5% degli italiani, secondo l’annuario dell’Istat, nel 2015 non ha svolto alcuna attività culturale. Di fronte a questo dato la politica deve intervenire con decisione. Con il “Decreto Scuola” il Governo cambia le regole dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee), un ricalcolo che va incontro alle famiglie con componenti disabili, incrementa i compensi per i commissari del concorso a cattedre, prolunga il programma “Scuole Belle” con uno stanziamento di 64 milioni, garantisce tempi certi per il pagamento delle supplenze e l’estensione del “bonus cultura” di 500 euro ai giovani 18enni non comunitari con valido permesso di soggiorno. Misure importanti per tutta la comunità, che vanno incontro alle esigenze sul diritto allo studio, che si avvertono sempre più anche nel nostro Paese. Nei giorni scorsi, alla Camera dei Deputati, è arrivato il via libera definitivo al decreto legge.