“Tutti insieme contro il cyberbullismo”
Il mondo della scuola, delle istituzioni, dei servizi per i minori e della politica incontra le aziende new media verso un impegno comune contro il cyberbullismo. Grande successo per l’evento organizzato dall’Intergruppo parlamentare “Innovazione” giovedì 19 maggio presso la Sala Aldo Moro della Camera dei Deputati. Ad un anno esatto dall’approvazione unanime in Senato del disegno di legge 1261 “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”, il provvedimento, infatti, è ora in procinto di essere discusso nell’Aula di Montecitorio dopo i passaggi nelle Commissioni congiunte Affari Sociali e Giustizia. La proposta di legge 3139 recepisce come testo base il ddl licenziato da Palazzo Madama e integra alcuni dei punti delle altre iniziative legislative pervenute da diversi gruppi parlamentari.
Il ricordo di Marco Pannella
In apertura del convegno la vicepresidente della Camera on. Marina Sereni, ha invitato i presenti ad osservare un minuto di silenzio per la scomparsa di Marco Pannella. Uomo di grande impegno per tante battaglie, nell’aprile dell’anno scorso ci eravamo confrontati in Commissione diritti umani, nel corso di un’audizione dedicata al tema del diritto alla conoscenza. Un incontro che ricordo con piacere, in cui Pannella aveva sottolineato che la battaglia per il diritto alla conoscenza costituisce un elemento indispensabile della transizione, da tutti auspicata, verso lo Stato di diritto e la diffusione dei diritti umani. Conoscenza che passa attraverso un esercizio attento e deontologicamente ineccepibile dei processi formativi.
Inizio dei lavori
La Vicepresidente della Camera Marina Sereni ha dato poi il via all’incontro, moderato dal vicedirettore del TG La7 Andrea Pancani, facendo riferimento al “Tavolo Interministeriale“, coordinato dal MIUR, per la prevenzione e il contrasto del fenomeno specificato nel disegno di legge che mi vede prima firmataria, e già approvato al Senato. Gran parte degli attori, istituzionali e non, coinvolti in questa indispensabile task forse, hanno scelto di prendere parte all’incontro presso la Sala Aldo Moro di Montecitorio. Proprio la Camera ha sviluppato, in un’apposita Commissione, la Carta dei diritti in internet su iniziativa della Presidente Laura Boldrini assieme a Stefano Rodotà. Una collaborazione sollecitata nel suo intervento, la Vicepresidente del Senato della Repubblica, Valeria Fedeli, che ha ribadito l’importanza che tutte le forze politiche siano unite nella votazione della legge nell’Aula della Camera. “Il cyberbullismo ha le stesse radici dell’omofobia, del razzismo e delle violenze di genere, i reati ci sono già. Per questo – ha spiegato la Senatrice Fedeli – serve una profonda presa di coscienza culturale: un’esigenza condivisa da tutti i senatori, che hanno approvato all’unanimità il #ddlFerrara un anno fa”. Proprio Antonio Palmieri, coordinatore dell’Intergruppo parlamentare Innovazione Tecnologica, ha significato l’importanza di aver organizzato l’incontro di ieri alla Camera dei Deputati. “Come Intergruppo Innovazione abbiamo lavorato per mesi – ha spiegato Palmieri – per preparare questo momento di riflessioni. Un punto di (ri)partenza per un tema che è parte di un’emergenza educativa che riguarda tutti, grandi e piccoli”.
La Tavola rotonda “Iter normativo e testimonianze”
È stata poi la volta della prima tavola rotonda della giornata, moderata dal professore dell’Università Cattolica di Milano Cesare Rivoltella, cui ho preso parte assieme a Luca Bernardo, Casa Pediatrica del Fatebenefratelli e Marco Valerio Cervellini della Polizia di Stato, attivo su tutto il territorio nazionale con la campagna Una vita da social. Con loro ho potuto raccontare che nei 50 e più incontri nelle scuole di tutta Italia di questi anni ho raccolto la crescente richiesta degli studenti ad essere formati all’uso corretto e consapevole dei nuovi strumenti digitali. Una sfida che nel tempo ha raccolto la crescente disponibilità degli insegnanti e dei dirigenti scolastici, anche grazie alle linee d’orientamento su bullismo e cyberbullismo, nonché alle aperture verso l’educazione alla cittadinanza digitale presenti nella legge 107. Proprio la formazione scolastica, con il coinvolgimento della Polizia Postale, è al centro del progetto di legge in procinto di essere discusso alla Camera dei deputati che parte dal ddl “a prevenzione e contrasto del cyberbullismo” approvata dal Senato della Repubblica. Un impegno dalla parte dei minori: gli stessi ragazzi che per il 95% possiedono uno smartphone e che, 4 su 10, sono connessi ad internet più di 6 ore al giorno. L’83% degli adolescenti conosce un under 13 che ha aperto un profilo Facebook, ovvero sotto il limite di età consentito. Il 35% si dà appuntamento con qualcuno conosciuto sul web. Una conferma di quanto sia ormai annullata la distanza tra vita reale e mondo virtuale. Proprio oggi, su la Repubblica, il procuratore presso il Tribunale per i Minorenni di Milano, Ciro Cascone, rivela che i minorenni denunce per detenzione o commercio di materiale pedopornografico sono triplicati rispetto al 2013. “Mettere uno smartphone nelle mani di un 13enne è come consegnargli una Ferrari”, che non potrà mai controllare senza un’adeguata educazione.
Tra le diverse traduzioni che il disegno di legge ha già trovato sui territori, sicuramente spicca il protocollo d’intesa, siglato con il Miur, che individua nella Casa Pediatrica del Fatebenefratelli di Milano, diretta dal Prof. Luca Bernardo, il primo Centro nazionale a prevenzione e contrasto del bullismo digitale su indicazioni dello stesso Ministero dell’Istruzione”. La Casa Pediatrica, ha ricordato Bernardo, gestisce oltre 1000 casi all’anno legati al disagio adolescenziale: gran parte di questi sono causati anche da un uso non consapevole dei nuovi media. Un impegno condiviso con Paolo Picchio, il papà di Carolina, perché il dolore che i ragazzi si provocano su internet e sui social non conducano più alle conseguenze più estreme. Serve educazione, formazione, sensibilizzazione ma anche competenze precise, che non lascino spazio all’improvvisazione.
Un milione di ragazzi, inoltre, sono stati raggiunti dalla campagna educativa itinerante Una vita da social negli ultimi 3 anni. Tutta l’esperienza e la competenza della Polizia di Stato raccontate da Marco Valerio Cervellini. Grazie a questo lavoro nelle scuole le denunce a seguito di episodi di bullismo e cybercrimini tra minori sono in costante aumento, ma per superare il muro dell’omertà bisogna agire sui genitori, stimolandoli a partecipare attivamente all’impegno comune nell’interesse delle nuove generazioni. Cervellini ha ricordato Andrea Spezzacatena, vittima dell’omofobia e delle vessazioni messe in atto, e in Rete, dai suoi coetanei. Alla Sala Aldo Moro della Camera per “Tutti insieme contro il #Cyberbullismo” anche la mamma di Andrea, Teresa Manes, impegnata come presidente dell’Associazione Italiana Prevenzione Bullismo.
L’esperienza dei ragazzi
Importante l’impegno degli studenti e dei singoli istituti nella battaglia comune a tutela dei minori sul web. La presenza dei ragazzi della Redazione Junior di Generazioni Connesse al convegno, sintetizza quanto i giovani possano e debbano collaborare con le istituzioni. Studenti geniali e motivati, come i ragazzi dell’Istituto tecnico Galilei di Lecce, che hanno raccontato la bellissima idea di Mabasta – Movimento Anti Bullismo Animato da STudenti Adolescenti. Adolescenti che presto diverranno adulti, potranno a loro volta costruire percorsi di ascolto e testimonianza a servizio delle nuove generazioni. Come Vincenzo Vetere, prima bullizzato per 13 anni poi, da ventenne informatico, riferimento di tante vittime con la sua associazione ACBS – Contro il Bullismo. Il ritorno al valore della parola e alla bellezza delle relazioni è un passaggio fondamentale verso la costruzione di un nuovo principio di cittadinanza, anche nella sua accezione digitale. Alla scuola, ai nostri ragazzi e alle nostre famiglie servono più strumenti per ridare corpo alle relazioni e ritrovare il senso della comunità, anche in internet. La politica e le istituzioni possono dare un segnale importante, con l’approvazione della legge a tutela dei minori sul web e la discussione in corso sulla delega Cultura Umanistica alla legge 107 sulla riforma scolastica. Musica, Teatro, Danza, come tutte le arti performative possono educare gli studenti alla bellezza dell’ascolto, del confronto e del dialogo.
La seconda tavola rotonda
Le principali società che operano nel web e nel settore della comunicazione digitale in questi anni hanno dato dei segnali di disponibilità a collaborare con le istituzioni, soprattutto quando si parla di minori. Proprio le aziende sono state protagoniste della seconda tavola rotonda. I rappresentanti di Samsung, Facebook, Microsoft e Google Italia hanno illustrato le soluzioni individuate per contrastare il cyberbullismo. Con loro, Giuseppe Pierro, della Direzione generale dello Studente del Miur, ha raccontato l’esperienza di “Generazioni Connesse”, che vede collaborare associazioni – Polizia di Stato e aziende nell’interesse dei minori. In particolare Francesca Chiocchetti ha parlato di #OFF4aDAY, il servizio di messaggistica istantanea che in soli sette mesi ha raccolto oltre 1800 segnalazioni.
L’ultima tavola rotonda
“Quando un ragazzo è bullizzato in rete, preferisce che il suo aguzzino venga punito dopo due anni di processo o che il contenuto lesivo sul social network venga rimosso al più presto?”, l’intervento della deputata Milena Santerini sintetizza l’importanza del gioco di squadra, anche con i colossi del web, piuttosto che adottare logiche sanzionatorie. Un contributo al dibattito verso la legge a tutela dei minori su internet sostenuto dalla collega senatrice Rosa Maria Di Giorgi, che ha invitato la politica a dare un segnale forte alla comunità. “Il Senato della Repubblica ha votato il ddl Ferrara ormai un anno fa, ora la Camera è chiamata davvero a chiudere il cerchio con tutti i contributi del caso, ma senza stravolgere la natura del testo.
Le sanzioni ci sono già, inutile individuare nuovi reati, mentre la procedura di ammonimento inserita nel provvedimento richiama alle sue responsabilità il minore davanti alle autorità, dando ai ragazzi la possibilità di riflettere e recuperare”. È questo il senso di quell’educazione digitale richiamata dalla deputata Anna Ascani durante il suo intervento: “Nell’Intergruppo Innovazione, come in Parlamento, su alcuni punti non ci può essere divisione politica.”
Le conclusioni dei Sottosegretari
Le conclusioni dei lavori sono affidate a Gabriele Toccafondi, Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca che ha ricordato come controllare, orientare e mediare la rete sia la grande sfida educativa. “È necessario analizzare insieme a tutti gli attori coinvolti, istituzioni, genitori, associazioni, scuola, le problematiche che emergono a partire da un uso poco critico e consapevole dei media e proporre strategie di intervento attivo. Perché i social network non sono il problema, sono il catalizzatore che svela, porta alla luce altre problematiche, come appunto a volte l’assenza di dialogo”. In questo senso, l’Onorevole Toccafondi invita a non demonizzare la Rete. “Bisogna educare allo strumento – conclude il Sottosegretario – perché la vera sicurezza non sta tanto nell’evitare le situazioni potenzialmente problematiche quanto nell’acquisire gli strumenti per gestirle. La logica dell’educazione deve essere preferita alla logica delle repressioni per gestirle”.
Anche il Sottosegretario alla giustizia, Cosimo Ferri, nei giorni precedenti il convegno aveva guardato con fiducia sull’esito dei lavori del convegno: “Il Governo segue con particolare interesse questo provvedimento e non farà mancare il proprio contributo. Dobbiamo affrontare il bullismo in tutte le sue manifestazioni, tra le quali quella informatica ha oramai assunto dimensioni inaccettabili, e riconoscere un rilievo fondamentale alla prevenzione di tali comportamenti”, commenta Cosimo Ferri. “Decisivo, come previsto nel disegno di Legge già approvato al Senato, il contributo offerto dalla scuola e dall’educazione ad un uso consapevole e responsabile delle nuove tecnologie, in sinergia con l’impronta formativa proveniente dalle famiglie. D’altra parte, alla luce dei gravissimi episodi di cronaca connessi al fenomeno del cyberbullismo, è opportuno – aggiunge il Sottosegretario alla Giustizia – riflettere su tutte le possibilità volte a colpire quelle condotte che possono mettere fortemente a rischio la salute e la crescita dei nostri ragazzi.