Il 25 aprile ho avuto il piacere di intervenire davanti ai tantissimi novaresi che hanno gremito il Broletto in occasione della cerimonia per la 71^ Festa della Liberazione. Un momento di grande partecipazione, iniziato con l’omaggio ai Caduti, attorno al monumento sull’Allea, insieme alle autorità locali. Manifestazioni che hanno caratterizzato il 25 Aprile e che domenica ci hanno proposto un’occasione di toccante riflessione: il Ricordo delle carceri e delle vittime antifasciste, che abbiamo celebrato in quello che oggi è il Castello di Novara, accanto a persone che hanno vissuto la Resistenza sulla propria pelle.
Iniziative che, tuttavia, hanno visto affermarsi, nel corso delle varie manifestazioni sul territorio nazionale, episodi di prevaricazione e discriminazione, che possono trasformarsi in gravi violazioni dei diritti umani fino a casi di epurazioni razziali. Atti di intolleranza contro chi viene reputato diverso che vanno combattuti culturalmente, ma anche da un punto di vista normativo. In tal senso proprio in questi giorni stiamo discutendo le modifiche all’articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, detta Legge Mancino, in materia di contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra. Un atto dovuto per tutelare le minoranze e per arrestare il nascere di neofascismi, le cui propagande sono in contrasto con la nuova Italia che il 25 aprile di 71 anni fa gli italiani scelsero di costruire.
Un 25 aprile contro odio e violazione dei diritti umani
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