E’ giusto postare le foto dei figli sui social? Se lo chiede il sociologo Davide Bennato, aprendo un dibattito ampio e condiviso che la Stampa del week end appena passato riporta sulle sue pagine nazionali. Da una parte l’orgoglio di essere genitori e la voglia di condividere candore e tenerezza. Dall’altra il timore che quelle immagini, magari inizialmente condivise nella “ristretta” cerchia di amici, possano andare perse nel grande marasma della rete. Come in tante cose, la verità non è assoluta e la regione non guarda in una sola direzione. La soluzione è ponderare bene la pubblicazione di qualsia immagine sull’infanzia: proteggere i dati e i riferimenti personali, anche geografici, non guasta. D’altra parte non dobbiamo neppure abbandonare la spontaneità di scattare e condividere sui social e le chat coi i propri cari. Basta una semplice domanda prima del click “definitivo”, ma è proprio necessario? Oppure, se ricevessi io questo scatto, che tipo di commento potrei fare? Semplici accorgimenti che possono aiutare a utilizzare con più consapevolezza il variegato e complesso mondo del web. Ciò detto, la questione delle immagini condivise, se figlio si affaccia all’adolescenza, comporta un passaggio in più. Ragazze e ragazzi che devono fare i conti con una “consapevolezza” già matura sulla reputazione del loro “io” digitale… Questo, in sostanza, devono valutare i genitori prima di aprire il loro “album” al web. Ricordi che, nel tempo, possono riaffiorare per essere recuperati in un momento di nostalgia. Perché internet è il regno del tempo reale, ma al contempo il web non dimentica mai. Nulla si cancella definitivamente e, tanto più se un’immagine è stata sconveniente in passato, potrebbe riaffiorare nel presente da un archivio web che contiene miliardi e miliardi di informazioni. Un oceano molto più vasto di quel che già pensiamo di poter disporre con un banale motore di ricerca. Lo riporta il numero di questa settimana di “Internazionale“, dove si attesta che la percezione del “siccome è in internet è successo” è ormai superata dalla convinzione che “se è sul web non si può cancellare”. Un sospetto più che fondato, che complica il giusto esercizio del Diritto all’oblio su cui l’Europa ha richiamato più volte i colossi del web perché sia garantito. Tutto questo dibattito, in realtà, lo alimentiamo ogni minuto sui nostri “device” e ci fa capire quanto l’educazione all’uso consapevole della Rete sia uno strumento fondamentale. Non solo in termini di sicurezza, quando si parla di minori e di socialità digitale, ma anche di trasparenza libertà.
La libertà di sapere cosa succede e, soprattutto, cosa potrebbe accadere alle nostre immagini e a quelle dei nostri casi quando si perdono in quel mondo sconfinato. Il web, d’altronde non ha coscienza. Dobbiamo essere noi, in quanto comunità, a costruirla. In questo senso possono aiutare gesti e parole come quelli del giovane aronese che ha “condiviso” su Facebook il suo Rap in memoria di Carolina. Perché la sua storia e il suo sorriso non siano dimenticati.
Sul web l’album dei ricordi a portata di tutti
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