Oggi nel corso della discussione del Collegato Ambiente sono intervenuta per evidenziare il carattere innovativo del testo della proposta di legge, una norma per la green economy, un documento che davvero guarda al futuro con ambizione.
Di seguito il testo del mio intervento:
Signor Presidente, Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi,
E crescente nell’opinione pubblica la consapevolezza dell’importanza della salvaguardia dell’ambiente, un obiettivo da perseguire a 360 gradi, con azioni che muovono e coinvolgono il singolo e le istituzioni; azioni interdisciplinari, connesse e strutturali.
Lo vediamo anche in quest’aula, dove questa mattina abbiamo votato a favore di un provvedimento, quello sulla biodiversità, che va proprio in tale direzione e lo ritroviamo in questa seduta pomeridiana, dove stiamo discutendo un testo innovativo, una legge per la green economy, una norma che davvero guarda al futuro con ambizione.
Lo chiedono prima di tutto i cittadini, sempre più attenti nelle scelte quotidiane responsabili, così come le agende politiche delle maggiori organizzazioni internazionali.
Lo chiedono Regioni e autonomie locali che da tempo, a partire dalle indicazioni di Agenda 21 nel 1992, si sono cimentati nelle buone pratiche e nell’allineamento con le direttive europee: amministratori impegnati su temi strategici come la gestione del ciclo dei rifiuti, il trattamento dell’amianto, la mobilità sostenibile, la gestione delle acque, il consumo del suolo.
Oggi discutiamo un documento, peraltro molto atteso, che risponde a una necessità normativa di punti fermi in termini di programmazione e procedure ma va anche a definire importanti punti di equilibrio tra tutela e sviluppo individuando nuove prospettive di carattere nazionale e internazionale.
In particolare mi preme sottolineare l’attenzione rivolta al mondo della scuola, a partire da interventi sull’efficientamento energetico per arrivare ad una sensibilizzazione all’ecologia acustica, un’attenzione all’ambiente sonoro che oggi collide con la realtà delle nostre mense scolastiche, delle palestre e spesso anche delle aule in cui si suona. Su questo tema è impegnata l’Unità di missione per l’edilizia scolastica incardinata presso la Presidenza del Consiglio che costituisce una importante cabina di regia capace di intercettare innovazione edilizia e nuovi modelli didattici anche in funzione dei progetti “nuove scuole”.
Ringrazio la commissione ambiente e il Governo per aver ulteriormente sviluppato proprio in Senato l’articolato riferito alla mobilità sostenibile casa-lavoro e casa-scuola.
Il Collegato Ambiente riconosce, infatti, il valore di esperienze come pedibus e bicibus in questi anni organizzati a livello volontario in tante realtà. Buone pratiche, sotto il profilo ambientale e di educazione a stili di vita più salubri e sostenibili, che diventano sistema. Tant’è che al comma 6 dell’art. 4 è stata introdotta la figura del mobility manager nelle scuole, un referente per coordinare iniziative e prassi anche in accordo con altri istituti.
Un’attenzione allo studente che necessita un confronto tra le autonomie scolastiche e le amministrazioni locali nella ricerca di soluzioni funzionali in particolare per i pendolari. Il Miur è chiamato in tal senso a elaborare delle linee guida finalizzate a ottimizzare questo nuovi percorsi sinergici. Un dialogo che può incidere positivamente sulle scelte regionali rispetto alla mobilità che, riferendomi in particolare al Piemonte, la mia Regione, di cui conosco le criticità, potrà portare a nuove soluzioni.
Proprio su una fetta importante del territorio Piemontese che coinvolge le province di Novara, Biella e Vercelli, incide un’altra azione del Collegato Ambiente: l’istituzione delle Oil Free Zone. Una vicenda che seguo da tempo con attenzione. Per questa zona l’impatto ambientale di eventuali perforazioni petrolifere interferisce su un modello di sviluppo fortemente connotato sulle produzioni agricole di alta qualità e la promozione del territorio.
Per questa realtà, così come per molte altre, questa norma rappresenta un’opportunità come testimoniano esperienze dove le Oil Free Zone sono da tempo percorsi avviati e positivi. La creazione di aree dove si prevede la progressiva sostituzione del petrolio e dei suoi derivati con energie da fonti rinnovabili è certamente un obiettivo ambizioso.
Luoghi, dove avviare sperimentazioni, nuove ipotesi di crescita e di ricerca oltre che attività produttive del tutto innovative, vanno sostenuti con scelte precise così come vanno affiancati quei Comuni che promuovono tali zone, anche tramite le Unioni di Comuni di riferimento, adottando uno specifico atto di indirizzo.
Oggi cari colleghi scegliamo e scegliamo di percorrere la strada più virtuosa. Quella che ci vede al fianco delle amministrazioni locali, delle Regioni e dei cittadini.
Dopo l’approvazione di 5 norme sull’agricoltura in questi ultimi mesi, gli interventi su istruzione, cultura e turismo, si aggiunge un altro tassello di un mosaico che restituisce l’immagine di un Paese proiettato verso nuove sfide attraverso un modello di crescita e sviluppo sostenibile sotto il profilo ambientale, sociale ed economico.
Un processo complessivo che trova una sintesi nella lettera e) del comma 5 della legge di riforma scolastica che riunisce in un unico obiettivo lo sviluppo di comportamenti responsabili ispirati alla conoscenza e al rispetto della legalità, della sostenibilità ambientale, dei beni paesaggistici, del patrimonio e delle attività culturali.