E’ un momento molto delicato per il mondo dell’alta formazione musicale che merita un’attenta valutazione da parte del Governo e che vede impegnate le commissioni competenti, a partire dalla Commissione Istruzione e Beni Culturali di cui sono componente dove sono incardinati disegni di legge relativi alla statizzazione degli istituti pareggiati.
Purtroppo, anche a seguito di una nuova distribuzione del Fondo Unico per lo Spettacolo, sul quale ho preso la parola nelle scorse settimane, ci sono soggetti, quali teatri, orchestre, cori e bande che affrontano un momento di forte criticità. A questo elenco appartengono sicuramente gli Istituti Musicali pareggiati che, ancora in attesa della attuazione della L. 508 e a seguito del depauperamento delle casse degli enti locali, vedono messa in serio pericolo la propria sopravvivenza. Numerose le misure tampone prese in questi anni dal Governo anche su sollecitazione del parlamentari, ma il tema rimane aperto.
Un caso emblematico si sta verificando ad Aosta, dove la giunta regionale, che ha la responsabilità di entrambe le istituzioni, ha annunciato un deciso taglio ai trasferimenti diretti al «Conservatoire de la Vallée d’Aosta» e alla Scuola di formazione e orientamento musicale incastonata nella Fondazione Maria Ida Viglino. Per il 2016 i fondi destinati al Conservatoire scenderebbero dai 2,6 milioni del 2015 (risorsa già ridimensionata rispetto al passato) a 1,2 milioni; quelli per la Sfom da 1,5 milioni a 800 mila euro. Scelte che impongono la riduzione del personale, amministrativo e docente – con stop ai contratti a tempo determinato, ma anche la cancellazione di alcune cattedre – con conseguente contrazione dell’offerta formativa che si traduce nell’eliminazione di corsi. Lavoratori, studenti e famiglie sono in allarme.
Ho quindi sottoscritto un’interrogazione a prima firma del senatore Pietro Ichino in cui chiediamo al Ministro competente, con altri Senatori del Partito Democratico, delucidazioni sul futuro del Conservatorio che, dati gli ingenti investimenti edilizi effettuati in anni recentissimi dalla Regione, rischia di diventare una cattedrale nel deserto a fronte di un passato, che ho conosciuto in prima persona, di riconosciuta eccellenza. L’interrogazione sul tema particolare fa il paio con la richiesta della VII Commissione al Ministro Giannini di riprendere il tema dell’Alta formazione musicale ed artistica e dare risposte concrete agli Istituti pareggiati in un’ottica complessiva sul sistema AFAM.
La cultura è un diritto, sostenerla un dovere. Un impegno che traspare proprio dalla Risoluzione sull’Affare assegnato Musica (Doc.XXIV n.47), approvata all’unanimità dalla VII Commissione di Palazzo Madama di cui sono stata relatrice. Un documento di indagine sul settore musicale che individua strategie per mantenere vivo l’immenso repertorio italiano e per attivare processi virtuosi di creazione e innovazione culturale, anche nei confronti del panorama internazionale. La Risoluzione, oltre a proporre il riconoscimento di “bene musicale”, valorizza l’operato di centri di ricerca, di produzione e di formazione senza omettere temi legati allo spettacolo dal vivo, di cui salvaguardare la vastissima rete di lavoratori e artisti. Dalla Risoluzione è scaturita la delega al governo contenuta nella Legge 107/15 che prevede la promozione e diffusione della cultura umanistica con un potenziamento della formazione musicale ed artistica. Il Governo ha 18 mesi per emanare il decreto legislativo ed i casi come quello rappresentato danno la misura della fragilità del sistema e dell’urgenza dell’intervento.