E’ iniziato martedì 12 maggio, a Palazzo Madama, l’iter di discussione del disegno di legge “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”, di cui la Senatrice Elena Ferrara è prima firmataria. Un passaggio importantissimo verso l’approvazione del ddl e la conseguente trasformazione in legge. Una proposta che, sin da subito, ha trovato sostegno trasversale, come conferma anche dall’approvazione all’unanimità in Commissione Affari Costituzionali dello scorso 6 marzo.
Una sfida iniziata nel 2013, subito dopo il suicidio di Carolina, 15enne che non è riuscita a sostenere gli attacchi ricevuti sui social network, che è stata allieva della Senatrice Ferrara. Una tragedia da cui è partito un confronto allargato in Commissione Diritti Umani al Senato. Da questo lavoro condiviso è nato il ddl 1261, che mira a dare risposte concrete a un fenomeno sempre più diffuso, che tocca sia i ragazzi sia le famiglie. Condiviso a tutti i livelli istituzionali: la necessità di intervenire sul cyberbullismo – in termini di formazione e accrescimento della consapevolezza, così come prevede il ddl 1261 – è stata recepita anche nel testo base del ddl “La buona scuola”, che impone alle autonomie scolastiche di promuovere momenti di approfondimento, come ha sottolineato il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, nel question time dello scorso 12 marzo. Il Miur ha predisposto delle specifiche linee guida, che sono state presentate il 13 aprile scorso, per la cui attuazione ha stanziato 2 milioni di euro.
L’attenzione verso il fenomeno, legata anche agli episodi sempre più numerosi, riportati dai media, è andata crescendo progressivamente. Un’attenzione che ha portato la Senatrice a fare un vero e proprio tour nelle scuole e sui territori per ricevere istanze e confrontarsi nel merito con ragazzi, famiglie, associazioni sul disegno di legge contro il cyberbullismo.
Una legge non sanzionatoria e che non criminalizza il web, ma che agevola il confronto anche con i principali soggetti del mondo digitale e le aziende Ict, allo scopo di:
– Definire il fenomeno del cyberbullismo: non è di per se un reato, ma tali atteggiamenti si configurano in casi di stalking, minacce, diffamazione, molestie, diffusione materiale pedo pornografico, furto d’identità, che, invece, violano la normativa e sono perseguibili anche penalmente.
– Rimozione contenuti offensivi dalla rete e dai social: previa segnalazione il materiale lesivo sarà direttamente rimosso dai gestori, intesi come prestatori di servizi della società dell’informazione, l’indicazione potrà pervenire direttamente dagli utenti dai quattordici anni in su, al di sotto di questa età sarà necessario il coinvolgimento da parte di un genitore.
– Segnalazione al garante della privacy: qualora entro le 12 ore successive al ricevimento dell’istanza il gestore non provvedesse alla rimozione si prevede l’intervento del Garante della Privacy il quale entro 48 ore dal ricevimento dell’atto ha facoltà di intervento.
– Procedura di ammonimento: in caso di reati compiuti da minorenni con età superiore ai 14 anni nei confronti di un altro minorenne è prevista applicazione procedura di ammonimento. Il Questore convoca il minore unitamente ad almeno un genitore. La sanzione in assenza di reiterazione cessa di avere conseguenze al compimento della maggiore età, nella logica di educare e responsabilizzare i giovani che anche solo inconsapevolmente si rendono attori di comportamenti penalmente perseguibili.
– Un referente almeno per ogni autonomia scolastica: corsi di formazione per personale scolastico che dovranno garantire l’acquisizione di idonee competenze nell’ambito di azioni preventive a sostegno del minore.
– Educazione continua: l’educazione all’uso consapevole della rete trova continuità nel piano dell’offerta formativa in ogni ordine di scuola.
– Risorse formazione polizia postale: nell’ambito di ciascun programma operativo nazionale sono stanziate idonee risorse alla formazione del personale specializzato alla tutela dei minori sul web.
– Tavolo interministeriale permanente: costituzione di un tavolo tecnico per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno. Il tavolo coordinato dal Miur include i Ministeri dell’Interno, Lavoro e Politiche sociali, Giustizia, Sviluppo Economico e della Salute; Anci, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Garante Privacy, Comitato di applicazione del codice di autoregolamentazione media e minori, organizzazioni già coinvolte nel programma nazionale del Safer Internet Centre, nonché una rappresentanza delle associazioni studentesche e dei genitori.
– Marchio di qualità: adozione di un marchio da riconoscere ai fornitori di servizi di comunicazione aderenti ai progetti elaborati dal tavolo interministeriale.
N.B. Puoi consultare le slide con tutti i dati sul fenomeno del cyberbullismo e le misure pensate dalla legge.