«Contro paura e sopraffazione dobbiamo fare leva su educazione e cultura, mettendo a sistema tutti i livelli amministrativi. Solo facendo rete tra tutti i soggetti istituzionali e della società civile, infatti, si manterremo alta l’attenzione su questi fenomeni, favorendo, in tempi brevi, una nuova destinazione per le strutture confiscate». La Senatrice Elena Ferrara commenta così un’altra importante vittoria, dopo lo sgombero del Castello di Miasino, messa a segno dal territorio novarese con la richiesta di acquisizione, da parte del Comune di Novara, di un negozio sequestrato nel capoluogo novarese nel 2009, in carico all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati.
«Come componente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni – afferma la Senatrice Elena Ferrara – ho affrontato più volte il tema, sottolineando l’importanza di assegnare a scopi sociali i beni confiscati in via definitiva alle mafie, come pure di valutare che l’assegnazione alle organizzazioni no profit sia gestita da livelli istituzionali sovracomunali, evitando così che le Amministrazioni, specialmente se piccole, siano esposte all’intimidazione mafiosa o a situazioni incoerenti come quelle verificatesi a Miasino».
Novara ha dimostrato quindi la necessaria forza e determinazione, confermando grande attenzione al tema della legalità. «Un esempio da seguire – continua Ferrara – anche per gli altri beni confiscati del territorio come la torretta di Borgomanero».
Una quadratura del cerchio che sarà possibile solo con il definitivo riutilizzo sociale. «Un aspetto su cui sono attivi percorsi di inclusione sociale, trasparenza e legalità messi in atto da una rete di Istituzioni, associazioni, professionisti e privati cittadini che da tempo lavorano ad alternative per queste strutture e che ci lasciano ben sperare per un affidamento in tempi rapidi della gestione».