Di seguito il testo del mio intervento, in Senato, in memoria del Maestro Claudio Abbado.
Oggi ricorre il primo anno dalla scomparsa del senatore a vita Maestro Claudio Abbado.
La sua presenza è però più viva che mai: lo testimoniano i tanti momenti a lui dedicati in queste ore, a partire dalle scuole di Bologna. Di particolare rilievo i concerti della Orchestra Malher, da lui fondata nel 1997, che si esibirà a Ferrara – dove il Teatro Comunale sta per prendere il suo nome – Torino, Pavia e Cremona; esecuzioni dirette dal Maestro Daniele Gatti che ha ricordato in questi giorni l’unicità artistica e morale di Abbado.
E come non dare riscontro delle centinaia di iniziative che l’Italia gli ha dedicato a cominciare dai giorni dell’addio a Bologna salutato dalle tante personalità e dall’orchestra Mozart, passando per Milano che gli ha dedicato la stagione della Filarmonica della Scala e l’edizione di Milano Musica ricordando il Maestro e la sorella Luciana Pestalozza scomparsa nell’ottobre del 2012 anch’ella fino all’ultimo dedita alla musica e alla cultura.
In quest’aula lo abbiamo ricordato per quello che ha fatto, per quello che è stato, oggi, nell’onorare il suo ricordo, possiamo raccogliere le nostre riflessioni su ciò che abbiamo fatto noi. Ricordo come nei giorni immediatamente successivi la morte del Maestro, anche in quest’aula, furono molti gli attestati di stima e i propositi affinché il suo messaggio morale ed artistico potesse trovare un seguito ed ispirare l’azione dell’Aula e del Governo. Promettemmo allora, sollecitati dall’appello del senatore Renzo Piano, un impegno per un accesso fin dai primi anni di vita, alla cultura e alla pratica musicale. Ma anche l’obiettivo di sostenere l’intero settore dell’offerta culturale in ambito musicale nel nostro Paese.
Da qui anche l’idea di costituire l’Intergruppo parlamentare Per la Musica che sta lavorando a sostegno della produzione, della fruizione e della formazione musicale interloquendo positivamente con i Ministeri della Cultura e dell’Istruzione.
L’attenzione del Maestro e il suo impegno nei confronti di chi vive in situazioni difficili e deprivate ci ha portato a considerare la musica come esperienza formativa e riabilitativa con un grande potenziale di inclusione sociale. Concetti che ispirano profondamento l’operato dell’associazione Mozart 2014 presieduta dalla figlia Alessandra. I progetti Tamino e Papageno rivolti il primo, anche con pratiche musicoterapeutiche, ai piccoli pazienti del policlinico di Bologna e della neuro-psichiatria infantile, il secondo di alfabetizzazione della musica rivolto ai detenuti della Casa circondariale Dossi che ha attivato un’intensa rete di integrazione con istituti scolastici del territorio.
La musica per tutti, ma anche la musica per gli ultimi!
Nel documento del Governo “La Buona Scuola” riscontriamo richiami importanti al tema della cultura musicale di base e al diritto di bambine e bambini alla pratica musicale. La consultazione del Governo su questo documento ha evidenziato una forte richiesta di musica e arte da parte di studenti e genitori. La richiesta di musica e di reale esperienza nell’ambito dei linguaggi artistici è ben presente nella società e le istituzioni, condividendone la forte rilevanza formativa, culturale ed etica, devono dare risposte a questo bisogno diffuso. Certamente il Governo sta lavorando in questa prospettiva anche mediante una riflessione importante e non rinviabile sull’alta formazione musicale.
Il Ddl 1365 Valorizzazione dell’espressione musicale e artistica nel sistema dell’istruzione, il cosiddetto ddl Abbado, sottoscritto da tutti i gruppi parlamentari in Senato, che, come prima firmataria, ho annunciato all’aula a un mese dalla scomparsa del Maestro, si ispira al suo insegnamento e propone una risposta di sistema. Un percorso che da Palazzo Madama, si ampia a quella di Montecitorio dove sarà depositata in questi giorni un’analoga proposta di legge dalla collega l’Onorevole Malpezzi.
La cultura – diceva Claudio Abbado – è un bene comune come l’acqua: i teatri, le biblioteche, i musei, i cinema sono tanti acquedotti.
Istituzioni e terzo settore sono all’opera pensando al futuro della musica ma anche alla musica del futuro. Il Maestro Abbado ci ha incoraggiato a guardare avanti: a lui va la più profonda riconoscenza perché ha fatto grande l’Italia lasciandoci un’inestimabile eredità tanto più preziosa quanto più in grado di rigenerarsi.
Per il video dell’intervento clicca qui: http://youtu.be/k1cM1-l5jsA