L’ennesimo messaggio denigratorio, la goccia che fa traboccare il vaso e una giovane, anzi giovanissima ragazzina torinese, soltanto dodicenne, tenta il suicidio ingerendo dei medicinali. «Ancora una tragedia, per fortuna soltanto sfiorata», commenta la Senatrice Elena Ferrara rispetto alla notizia apparsa oggi sui quotidiani. Dopo i casi dei suicidi della tredicenne di Venaria nel 2014, quello di Carolina Picchio, già alunna della stessa Senatrice, ad Oleggio nel 2013, il Piemonte riporta alla luce le drammatiche conseguenze che l’uso scorretto e non consapevole di internet e dei social network può comportare per i ragazzi e le loro famiglie. Un fenomeno, quello del cyberbullismo, che impone risposte concrete e in tempi brevi. «Dobbiamo poter intercettare il disagio dei ragazzi – spiega Ferrara – prima che si traduca in gesti disperati. Serve una rete che coinvolga scuole, associazioni e istituzioni, capace di dare a genitori, insegnanti ed operatori dei servizi territoriali gli strumenti necessari, le giuste competenze e che lavori su nuove sensibilità rispetto ad un mondo complesso come quello del web».
Indicazioni presenti nel Ddl “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo” presentato da Ferrara, incardinato in Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama e in attesa di essere discusso in Aula. «Sento, così come molti colleghi, l’urgenza di portare in aula il provvedimento nell’interesse dei ragazzi, anche quelli che troppo semplicemente si trasformano in “bulli” sempre più precocemente. Proprio loro – aggiunge la Senatrice – spesso non hanno la consapevolezza e neppure gli strumenti per prevedere quali possano essere le conseguenze del loro agire. Lo stesso vale per i genitori, chiamati a rispondere di reati gravi, come l’istigazione al suicidio». Un’azione non ulteriormente derogabile, secondo la Senatrice Democratica, a partire dall’attivazione del programma predisposto dal Miur su bullismo e cyberbullismo.
Stop al cyberbullismo: diamo seguito al programma del Miur e ai disegni di legge per il contrasto del fenomeno
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