«Ci sono voluti anni ma è stata scritta la parola fine sulla favola della terza pista di Malpensa». La Senatrice Democratica, Elena Ferrara, commenta così la notizia del ritiro del MasterPlan per l’ampliamento dello scalo varesino che, oltre alla terza pista, comprendeva in origine altre opere aeroportuali e una zona destinata a parco logistico.
«Un progetto – spiega Ferrara – che prevedeva un consumo di territorio ingiustificabile a fronte dei dati di traffico e che avrebbe inciso su un’area, peraltro riconosciuta di interesse comunitario come corridoio della biosfera, già fortemente provata sotto il profilo ambientale dall’attuale scalo». Un MasterPlan non coerente alla situazione contingente in cui si evidenzia un sottoutilizzo della struttura. «Al fianco di tanti amministratori e cittadini, come Sindaco di Oleggio, Comune promotore fin dal 1998 nel Coordinamento degli enti locali contro le rotte di Malpensa, ho lavorato per contrastare una soluzione non condivisa dal territorio». Una posizione che trova sostegno nelle pagine di cronaca delle ultime settimane. «La conferma, da parte della Corte d’appello di Milano, del risarcimento dovuto da Ministero dei Trasporti e Sea al titolare di un’ampia tenuta a Somma Lombardo – commenta Ferrara – ha reso evidenti le ripercussioni ambientali dello scalo. Analogamente l’accordo Alitalia-Etihad conferma quanto il piano industriale necessiti quantomeno di una profonda revisione».
Non resta che guardare avanti, auspicando soluzioni coerenti alle esigenze del sistema aeroportuale nazionale. «Le favole non bastano più – argomenta la Senatrice Democratica – è tempo di concentrarsi su progetti seri ed azioni concrete naturalmente anche a difesa dei posti di lavoro». Proprio in questi giorni il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha presentato in commissione il piano nazionale degli aeroporti in cui si definisce il ruolo che ogni scalo è chiamato a svolgere. «Una riorganizzazione – chiosa Ferrara – attesa da tempo con l’identificazione di funzioni strategiche e la messa in rete dei i singoli scali. La discussione è quindi aperta e anche su questo sarà opportuno procedere a confronti con i territori. In particolare mi riferisco al Novarese e al Piemonte che, proprio su Malpensa, troppo spesso sono stati esclusi dai tavoli di concertazione».