A Uno Mattina per discutere di cyberbullismo. Giovedì 24 aprile sono stata ospite su Rai Uno dei conduttori Duilio Giammaria ed Elisa Isoardi.
Per sconfiggere questo fenomeno e scongiurare gli episodi drammatici che le cronache ci riportano non basta una legge, ma sicuramente il Disegno di legge che ho presentato in Senato può essere un valido punto di partenza. Ne abbiamo parlato in studio con il Sost. Comm. Marco Cervellini della Polizia postale, l’esperto di sicurezza informatica Umberto Rapetto, Giuseppe Strina, un genitore che ha portato la propria testimonianza e con il prof. Federico Tonioni, responsabile del Centro anti cyberbullismo del Policlinico Gemelli, già in collaborazione con la Onlus Cuore e parole e abbiamo condiviso la necessità di partire dalle scuole, per formare insegnanti e studenti e al corretto utilizzo della rete e dei social network. Un modo concreto per dare aiuto alle famiglie, non solo quelle delle vittime, ma anche per aiutare chi si è reso protagonista di gesti o comportamenti lesivi nei confronti dei coetanei.
Per questo ho lanciato un appello al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, molto attento alle nuove tecnologie e alla scuola, finalmente tornata al centro dell’agenda di Governo con questa legislatura, perché il prima possibile si attivi una formazione specifica per rispondere all’emergenza del cyberbullismo.
Dobbiamo restituire ai nostri figli, anche i più giovani, il senso della parola. Quello che noi adulti, noi politici, troppo spesso dimentichiamo. Non è solo una questione di “buon esempio”, ma è una battaglia culturale. Le parole e le immagini su internet producolo conseguenze tutt’altro che virtuali. Il cyberbullusmo è un’emergenza e come tale va trattata. Ecco perché nella proposta di legge richiamo all’esigenza di costituire una cabina di regia permanente interministeriale e aperta alle associazioni che da anni operano nel settore e in grado di dialogare con i provider, i gestori e i produttori del mondo web. Un tavolo operativo, che possa coordinare progetti e risorse, senza sprechi o sovrapposizioni.
Dopo Caroline e Nadia, nei giorni scorsi si è tolta la vita anche una quattordicenne di Venaria, Aurora. Le indagini sono ancora in corso, tuttavia nel comune alle porte di Torino, il gesto di questa ragazzina ha fatto scattare una reazione a catena. Come è accaduto a Oleggio e poi a Cittadella (Padova), anche nel Torinese è emerso il bisogno di dare risposta a tante domande e, soprattutto, di fare qualcosa di concreto perché fatti simili non si ripetano. Per questo sono in contatto con il sindaco Giuseppe Catania e con le insegnanti della scuola che Aurora frequentava. Con loro, a partire dall’esperienza del convegno “Il Web non è il Far West”, del febbraio scorso a Novara, vogliamo creare un’occasione di confronto, aperta agli esperti, alle istituzioni e alle associazioni impegnate nel contrasto e nella prevenzione del fenomeno, a cui possano partecipare anche i cittadini, sempre più sensibili a questa tematica.
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