«Il Governo ha riportato la scuola al centro della sua agenda, liberando risorse importanti e garantendo una calendarizzazione degli interventi di edilizia scolastica. Ci auguriamo che il prima possibile si attivi una formazione scolastica per rispondere all’emergenza del cyberbullismo. Sono certa che il nostro Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, così attento alle nuove tecnologie, sappia cogliere questo invito». Questo l’appello rivolto dalla Senatrice Democratica, Elena Ferrara, a margine della conferenza stampa di giovedì 17 aprile presso la sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama, dove ha presentato il suo Disegno di Legge contro il cyberbullismo.
La proposta legislativa, sottoscritta dalla grande maggioranza del gruppo del Pd e sostenuta da rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari, è stata incardinata in questi giorni nella Commissione Affari costituzionali del Senato. La parlamentare novarese ha illustrati i punti del Ddl assieme a Valeria Fedeli, Vice presidente del Senato, Luigi Zanda, Presidente del gruppo Pd, Luigi Manconi, Presidente della commissione Diritti umani, Vanna Iori, responsabile per il Pd dei problemi dell’infanzia e adolescenza, Donella Mattesini, capogruppo Pd in commissione bicamerale Infanzia e Giovanna Boda in rappresentanza del Ministero della Pubblica istruzione e dell’Università e della Ricerca. E’ intervenuto anche il Sottosegerario all’Istruzione, Roberto Reggi, per dare sostegno a un lavoro partito dall’esperienza di Elena Ferrara in commissione Diritti Umani come referente per il cyberbullismo e frutto di un’intensa collaborazione con tutti i soggetti istituzionali e le associazioni impegnate nel contrasto di un fenomeno in costante aumento. Alla conferenza hanno assistito anche i rappresentanti di Telefono Azzurro, Save the Children, Garante Infanzia, Garante Privacy, “Più scuola meno mafia”, della Rete degli Studenti Medi e del Movimento studentesco nazionale.
Per dare adeguate risposte agli effetti drammatici sui minori legati al cattivo utilizzo della rete e dei social network si prevede la costituzione di una cabina di regia che coordini le strategie dei Ministeri, compreso il Viminale con l’attività della Polizia Postale e alle associazioni che già operano presso il Miur nell’ambito del Safer Internet Center. Una rete in linea con le policy suggerite da Commissione Ue e dall’Onu e aperta ai provider, agli operatori e ai produttori dei new media.
La scuola è al centro dell’iter legislativo, con un referente per istituto a disposizione di insegnanti e studenti. «Il testo punta su educazione e formazione – commenta la Senatrice – mentre per i minori che commettono atti di cyberbullismo è prevista la procedura dell’ammonimento. Da parte del Garante per la protezione dei dati personali è prevista la possibilità di rimozione dei post lesivi su richiesta dei genitori delle vittime».
Un punto di partenza, che considera la rete uno strumento, un’opportunità, non un problema. «I ragazzi vanno certamente responsabilizzati, ma prima di punirli, con il rischio di compromettere del tutto il dialogo con loro, bisognerebbe educarli. Non solo all’utilizzo del web, ma al recupero del senso del limite, del rispetto verso la persona, verso i coetanei, soprattutto i più fragili», aggiunge la Senatrice.
«Oggi, già a dieci anni, i più giovani prendono contatto con la complessità e la vastità del mondo attraverso uno smartphone. Siamo sicuri che questo non implichi dei rischi? O comunque delle responsabilità?», si domanda Ferrara.
«Invece di prendercela solo con i ragazzi – precisa – dovremmo essere noi adulti, soprattutto se personaggi pubblici a pesare le parole nelle nostre esternazioni». Sul fronte della formazione scolastica, come pure per l’istituzione di un’apposita unità di crisi a tutela dei minori sulla rete, dal Ministero è giunta la conferma che saranno dedicate delle risorse per la formazione e per interventi mirati al contrasto del fenomeno.