Elena Ferrara

Cyberbullismo, il mio Ddl non è contro la rete

La presentazione del Ddl per il contrasto al cyberbullismo ha generato un costruttivo dibattito e qualche critica ben accetta, ma a volte superficiale come ho avuto modo di precisare intervenendo su Europa. Preciso nel mio intervento come non si intenda «punire i gestori di rete», né i provider, come pure i produttori. Quanto, invece, condividere buone prassi e mettere in campo strumenti funzionali al contrasto proprio con gli  operatori del settore, per fare rete nell’interesse dei minori e per limitare la diffusione dei loro dati personali.
Puntiamo sulla scuola, al centro della socializzazione e della capacità relazionale dei più giovani. Attiviamo una formazione condivisa da tutti i soggetti preposti e rispondiamo a un’emergenza che non può essere affidata solo alle forze dell’ordine e ai giudici, come in maniera superficiale indicato nell’articolo. In commissione diritti umani la polizia postale è pienamente coinvolta e condivide la necessità di unire le forze per ovviare a una criticità che è innanzitutto di carattere culturale.
Rispetto al passato, la scuola è tornata finalmente al centro dell’agenda di governo. Le risorse liberate per l’edilizia scolastica sono un segnale importante di discontinuità rispetto al passato. Un impegno che Matteo Renzi ha ribadito in più occasioni, garantendo una calendarizzazione puntuale degli interventi. Nel Ddl si propone di individuare un referente per isitituto per intercettare le problematiche legate al cyberbullismo. Spero che il prima possibile si possa attivare una formazione continua per la sicurezza sulla rete in ambito scolastico. Sono certa che il nostro presidente del consiglio, così attento alle nuove tecnologie, saprà cogliere questo invito.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.