Fare rete per educare alla rete. L’appello alle massime istituzioni, impegnate nel contrasto al cyberbullismo, giunge dalla provincia. La stessa provincia italiana, teatro dei recenti casi di cronaca che tanto hanno colpito l’opinione pubblica, rispetto al rapporto tra giovani e internet.
Novara, la città di Carolina, prima vittima del cyberbullismo, ha ospitato l’ultimo appuntamento inserito tra i progetti promossi per il 2014 a livello nazionale dal Safer Internet Center, il tavolo europeo per la sicurezza sulla rete, coordinato in Italia dal Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca con Save the Children e Telefono Azzurro. Un workshop dal titolo “Il Web non è il Far West”, partecipato da centinaia di ragazzi, docenti, genitori, psicologi, avvocati e operatori del settore che hanno affollato per tutta la mattinata di sabato 15 febbraio l’Aula Magna dell’Ateneo Amedeo Avogradro. Un momento importante di confonto, non solo per il territorio, ma soprattutto per i più alti organismi istituzionali, per la prima volta tutti insieme attorno allo stesso tavolo: il Professor Ernesto Caffo, fondatore e Presidente di Telefono Azzurro, Raffaela Milano, di Save the Children, Stefania Pizzolla per il Garante Infanzia, Paola Capozzi per la Polizia Postale, Giuseppe Pierro per il Miur, con la parecipazione di Luca Bernardo, direttore della Pediatria del Fatebenefratelli di Milano e di Antonio Amendola, consulente presso il Mnistero dello Sviluppo Economico. Un tavolo, coordinato dal giornalisata Rai Massimo Bernardini, che rimanda a un altro tavolo: quello condiviso da tutti i Ministeri impegnati in questo percorso richiamato dal Ddl presentato oggi dalla Senatrice novarese Elena Ferrara, referente per il cyberbullismo presso la Commissione Diritti Umani e promotrice dell’evento assieme ad Asl e Rotary Club Val Ticino di Novara, responsabili di un progetto di peer education nelle scuole sul corretto utilizzo del web, attivo sul territorio dal 2009.
E’ possibile arginare la rete? E’ opportuno censurare i social network? Per la Vice Presidente del Senato, Valeria Fedeli, si dovrebbe introdurre il “reato di cyberbullismo”. Per altri bisogna intervenire senza compromettere la libertà d’espressione. Di questo si è dibattuto con entusiasmo e interesse nei vari momenti del seminario, coordinato dal giornalista Gianfranco Quaglia, membro del Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti.
Le scuole chiuse al sabato non hanno impedito agli studenti di “occupare” i lavori, orientando più volte, con la propria curiosità e i tanti contributi, le relazioni degli esperti intervenuti. Soprendemte e partecipata la simulazione del blogger scientifico Paolo Attivissimo, che ha svelato in presa diretta i meccanismi che offre il web per carpire e manipolare immagini e dati personali. Un esperimento riuscito, quello di Novara, che ha richiamato intere famiglie da Piemonte e Lombardia per un problema sempre più sentito dalle nuove generazioni. Protagonista assoluta, la necessità di intervenire prima per rispondere a quella che, oramai, è considerata un’emergenza. La soluzione condivisa è quella di approcciare il fenomeno da un punto di vista culturale, tutelando i minori nel loro complesso, siano essi bersaglio o fautori delle aggressioni online. A cominciare dalle scuole, mettendo a sistema esperienze e competenze e prendendo spunto dai tanti percorsi formativi raccolti in questa mattinata e dando maggiori risorse e personale agli istituti scolastici. L’impegno condiviso è di non lasciare inespresso questo stimolo, dal Disegno di legge in itinere al confronto costante con i veri protagonisti di questa sfida, gli studenti.