Un teatro vuoto per salutare il Maestro, solo le note della terza sinfonia “Eroica” di Ludwig van Beethoven eseguita dalla Filarmonica. Non un teatro qualsiasi. La Scala di Milano saluta Claudio Abbado come spetta ai grandi: come era accaduto per Arturo Toscanini, Victor De Sabata e Gianandrea Gavazzeni. «Un omaggio doveroso per uno straordinario punto di riferimento culturale non solo per chi ama la musica» il commento della Senatrice Democratica, Elena Ferrara. «La scelta della città di Milano di dedicare al Maestro la Civica Scuola di Musica Villa Simonetta è un gesto concreto e simbolico che condivido pienamente. Uno dei tanti che anche nell’aula del Senato abbiamo auspicato si compiano per seguire l’insegnamento più suggestivo del Maestro: “la bellezza salverà il mondo e lo farà una persona alla volta”». Parole che hanno colpito al cuore generazioni di musicisti riuniti in piazza de La Scala insieme a gente comune, famiglie, giovani, anziani. «E’ la forza delle note che abbattono i confini, come nel Concerto della Memoria dello scorso 27 gennaio al Teatro Coccia di Novara» aggiunge la Senatrice Ferrara promuovendo un’iniziativa che ha dato spazio a giovani musicisti e nuove ensemble. «Un concerto che avrebbe riempito il cuore di Abbado. Un segno tangibile del potere emotivo ed etico dell’arte; di quella forza di cui il Maestro era portatore da sempre».
Un trasporto, quello per la scomparsa del Senatore a vita Claudio Abbado, che ha risvegliato in molti, dentro e fuori dall’aula parlamentare, la consapevolezza del diritto alla musica e alla bellezza. «Il ricordo e il cordoglio non bastano, serve raccogliere la sfida di Abbado e dare la giusta dignità alla musica e alle arti performative in ogni ordine di scuola», spiega la Senatrice.
«Come insegnante e attivista della SIEM – conclude Ferrara – sono impegnata da oltre trent’anni in questa battaglia. E’ necessario unire le forze delle tante realtà che hanno a cuore la musica per dare vita ad un sistema capace di dare risposte al bisogno di musica e di bellezza che le nostre bambine e bambini esprimono fin da piccolissimi. Ci sono giovani strumentisti e diplomati in didattica pronti ad affrontare l’esperienza artistica e formativa. E’ il momento di crederci fino in fondo e fare scelte coraggiose».