Il Ministero delle Politiche Agricole al fianco della filiera risicola. Questa la certezza emersa nella Commissione agricoltura del Senato che ha preso in esame il tema delle importazioni di riso all’interno della Comunità Europea dai Paesi Meno Avanzati (PMA), Cambogia in primis. Da 32mila a 130mila tonnellate: il flusso verso il mercato Comunitario è quadruplicato negli ultimi cinque anni mettendo a dura prova la tenuta di un comparto agricolo che vede l’Italia come principale produttore. «La riduzione del prezzo di mercato e il fatto che il prodotto in questione sia in gran parte già lavorato colpisce ugualmente industrie di lavorazione e produttori», spiega la Senatrice Elena Ferrara. L’intera filiera subisce la decisione dell’Unione Europea di ridurre i dazi sui prodotti provenienti dai PMA e le Associazioni di categoria invocano un intervento del Governo. «Lo scorso mese di settembre – afferma Ferrara – la Commissione Agricoltura in visita al centro di ricerca di Ente Risi si è fatta carico di affrontare il problema e le risposte del Ministero sono arrivate». E’, infatti, in fase di elaborazione un dossier dettagliato completo di analisi economico-finanziaria al fine di sollecitare la decisione della Commissione Europea di ristabilire i normali dazi della tariffa doganale comune. «Si tratta – precisa Ferrara – dell’unico percorso possibile per l’apertura delle procedure di salvaguardia previste dalla normativa comunitaria che prevede il ripristino dei normali dazi qualora un prodotto di un Paese beneficiario di un regime preferenziale sia importato in volumi oppure a prezzi tali da determinare il rischio di gravi difficoltà per i produttori simili o concorrenti».
Un passaggio chiave che segue l’intervento del Ministro Di Girolamo all’ultimo Consiglio dei Ministri dell’agricoltura, tenutosi a Bruxelles lo scorso dicembre, e anticipa l’approvazione del collegato agricoltura alla Legge di stabilità all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri. «Un’azione coordinata – conclude Ferrara – per rispondere alle esigenze di semplificazione, razionalizzazione e competitività manifestate a più riprese dal settore agricolo e agroalimentare».