Mancano pochi giorni alle Primarie aperte che eleggeranno il prossimo Segretario nazionale del Partito Democratico. Domenica 8 dicembre non si sceglie il canditato premier, ma si elegge una figura che dovrà dedicare tutta se stessa al Partito e rappresentare tutti i Democratici. Un ruolo che guarda all’interesse comune, a garanzia dei valori e dei principi a cui si ispirano i nostri iscritti. Su questo, e sulle ricette per risollevare il Paese, si confrontano questa sera Gianni Cuperlo, Giuseppe Civati e Matteo Renzi. Il dibattito televisivo sarà trasmesso dalle 21 su Sky e, in chiaro, su Cielo. Un’ultima occasione per approfondire i contenuti proposti, prima di operare una scelta importante, in piena consapevolezza.
Una serata in cui i cittadini potranno interagire attraverso i social network, per capire l’idea di ciascuno dei candidati sul futuro del Partito Democratico: partecipazione, etica pubblica, ruolo dei giovani e delle donne.
Prima, però, necessario comprendere da che punto si parte. Molto, infatti, è cambiato in questi ultimi mesi. Il Partito Democratico ha saputo, pur tra mille difficoltà, rispondere alla responsabilità di dare un governo al Paese. Un governo di scopo, di larghe intese, non è quello che volevamo. I nostri elettori lo sanno bene: la paura era quella di un patto non scritto con Silvio Berlusconi. La sua impunità concessa per sostenere la maggioranza.
Eppure, oggi, il Consiglio dei Ministri non esprime alcun rappresentante di Forza Italia; Berlusconi è decaduto in virtù di una legge che applica le sentenze. Una legge fortemente sostenuta dal Partito Democratico nella passata legislatura per riportare legalità, legittimità e fiducia in seno alle Istituzioni.
L’ultima pagina di un ventennio in cui l’Italia è stata subordinata alle logiche grottesche di una sola persona, l’abbiamo scritta noi. Questa vittoria, questa liberazione porta le firme di chi guarda alla coerenza e ama davvero il Partito Democratico.
L’unico candidato alla Segreteria in linea con questo pensiero è Gianni Cuperlo. Lo sostengo soprattutto per questo, oltre alla convergenza politica legata all’importante esperienza dell’Ulivo vissuta assieme. Cuperlo non ha avuto paura di risultare impopolare, di richiamare alle regole, all’etica, ai valori della comunità e alla priorità di tutelare gli ultimi. Questo, e non altro, significa governo della “pacificazione”.