Il Senato sta elaborando un unico Ordine del Giorno per un piano nazionale per contrastare la povertà minorile. Di questo abbiamo discusso oggi in Aula, a seguito degli studi sul fenomeno che indicano come due milioni di bambini italiani vivano al di sotto della soglia di povertà. Dalla discussione di questa mattina a Palazzo Madama emerge la necessità di individuare un’efficace programmazione per rispondere a quella che già risulta essere un’emergenza. Una pianificazione in grado di contrastare anche la dispersione scolastica, in linea con i più generali diritti dell’infanzia.
Condivido a seguire il testo del mio intervento (da scaricarecliccando qui), a sostegno della Mozione della Senatrice Francesca Puglisi.
E’ possibile scaricare la Mozione cliccando qui.
TESTO INTERVENTO
Il dato drammatico sulla povertà minorile riportato nella mozione e richiamato dalla senatrice Puglisi è allarmante sul piano economico e sociale, perché in grado di scatenare un processo di trasmissione intergenerazionale della povertà.
E’ questo il rischio che corriamo se non si attuano politiche di contrasto adeguate, per cui sono imprescindibili investimenti massicci. Per non compromettere il futuro della nostra nazione bisogna assolutamente spezzare questa catena.
Sappiamo infatti come la povertà infantile sia fortemente legata agli investimenti in capitale umano: genitori con basso livello di istruzione sono in forte svantaggio sul mercato del lavoro e, di conseguenza, le loro famiglie risultano a maggiore rischio di povertà. E i minori sono quelli che pagano il prezzo più alto.
Gli impegni che vengono sollecitati al Governo con le mozione discusse oggi hanno già visto alcune risposte durante questa prima parte di legislatura. Risposte certamente non esaustive. Almeno non nella misura richiesta. La mozione propone infatti azioni a 360 gradi: dai bisogni di salute, ai diritti dell’infanzia, a partire da quello all’istruzione. Misure di sostegno alla famiglia, anche sul fronte delle disposizioni giuridiche in ambito familiare, e welfare pubblico.
In Italia la frequenza elevata alla scuola dell’infanzia ci vede forti di una grande tradizione e denota una copertura diffusa nel Paese. La presenza degli asili nido è invece piuttosto differenziata sul territorio nazionale e i costi del servizio sono sempre più difficili da sostenere da parte dei Comuni e delle famiglie; anche nelle realtà più consolidate. Rispetto a questo problema credo che sia importante aumentare i finanziamenti dedicati agli Enti locali, per mantenere i servizi e abbattere le rette anche per trasporto e mensa: spesso l’unico “vero” pasto della giornata!
Come noto, la scuola primaria non è più in grado di garantire i servizi di “tempo pieno”, a causa dei tagli operati in questi anni. E in tal senso osserviamo la volontà del Governo di correre ai ripari.
Anche l’attività extrascolastica è in calo; soprattutto al Sud, dove il 20,7% dei bambini vive una condizione di grave deprivazione. Nel Mezzogiorno, oltre il 37% dei minori non pratica alcuna attività fisica, con conseguenze negative sugli stili di vita e sul benessere. Questi costi socio sanitari, chi li calcola?
La dispersione scolastica si fa grave negli anni della secondaria. E’ soprattutto il salto dalla secondaria di primo al secondo grado a rappresentare un passaggio fortemente critico, che genera destabilizzazione e disorientamento.
I principali disagi si avvertono fin dalla prima media, che è un ordine di scuola in questo momento lasciato a se stesso, con gravi conseguenze. Ma è dalle Superiori che le discriminazioni legate all’indigenza colpiscono maggiormente i nostri ragazzi. I “buoni libro” sono importanti, ma non possono arginare l’abbandono agli studi. Ricordiamoci da dove siamo partiti: povertà culturale produce povertà!
Pochi giorni fa abbiamo celebrato la Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Già dalla pubertà, l’emarginazione o la vessazione derivanti da condizione sociale, genere, etnia o religione, diventano per i minori scogli spesso insormontabili. Ce lo confermano le cronache di questi giorni: il fenomeno del bullismo sempre più dilagante, la percezione distorta della sessualità, l’abuso di droghe e alcool (ben sopra la media Ue) e i numerosi casi di criminalità giovanile sono una realtà che dobbiamo affrontare con maggiore responsabilità.
Abbiamo una legge, la 285, sulla quale i nosti servizi socio assistenziali hanno costruito tante buone pratiche: diamole più attenzione! Più fondi alla scuola! Più risorse ai Comuni per servizi educativi e di supporto all’istruzione!
Porto ancora dentro di me le parole dell’adolescente che in un recente incontro sulle tematiche dell’infanzia e dell’adolescenza, ha rivendicato il “diritto dei giovani a fidarsi delle Istituzioni”. Un messaggio forte, che rilancio oggi in Aula. La politica deve garantire prospettive di uguaglianza, istruzione e diritti alle ragazze e ai ragazzi. A loro consegneremo le chiavi del nostro Paese.