Questa mattina, domenica 1o novembre, sono intervenuta al convegno annuale di Aspromiele, l’Associazione di Produttori di miele, che si è tenuto nella mia Oleggio.
Ho portato un piccolo contributo di riflessione, che qui condivido, per una tematica, quella del miele, importante sotto molti di vista. La produzione di miele, innanzitutto, rientra a pieno titolo nella tradizione del made in Italy. Un termine che ricorre spesso, nella politica così come nel circuito della comunicazione; forse troppo, generando confusione sul reale significato. Made in Italy significa “fatto in Italia”: ebbene, il nostro miele è veramente prodotto qui, sul nostro territorio, nella nostra provincia, nella nostra amata Oleggio. Questo, per me, è il vero made in Italy: non solo marketing, ma tradizione, memoria, lavoro e territorio.
Secondo l’Unaapi (Unione nazionale apicoltori italiani), ogni anno, nel nostro Paese, si producono circa 8-11mila tonnellate di miele, a seconda dell’andamento stagionale. Il valore economico della produzione è di 20,6 milioni di euro, 57-62 milioni di Euro compreso l’indotto. Desidero ringraziare tutti gli operatori di questo settore che si spendono ogni giorno a tutela di questi valori e, soprattutto, nell’interesse dell’ambiente.
In pochi, infatti, conoscono l’importanza che le api rivestono per l’intero pianeta: L’Organizzazione delle Nazioni Unite, conferma che delle 100 specie di colture che forniscono il 90% di prodotti alimentari in tutto il mondo, ben 71 sono impollinate dalle api. Le api sono una risorsa fondamentale, da proteggere. Invece i cambiamenti ambientali e la perdita di habitat, stanno portando in questi ultimi anni a una crescente moria delle api.
Oggi come oggi, Ambiente, Agricoltura ed Economia sono comparti fortemente connessi tra loro. Dobbiamo riuscire a trovare il giusto equilibrio tra sviluppo e sostenibilità.
Come? Cominciando a tutelare le produzioni naturali, come la vostra, che rispettano la natura e contribuiscono al benessere del territorio. Di questo mi sto occupando in Commissione Agricoltura. Un impegno che il Ministero e tutto il Governo devono tenere bene a mente, perché l’Apicoltura italiana, come pure la risicoltura e la vitivinicoltura, possano essere rappresentate nel migliore dei modi anche in Europa.
Non possiamo pretendere di arginare le produzioni contraffatte, se prima non favoriamo concretamente coloro che nella realtà, non solo nel marchio, producono in Italia, con materia prima italiana. Solo così potremo tutelare il made in Italy sui mercati internazionali.