Situazione difficile alla Jal di Paruzzaro. Lo stabilimento dell’azienda controllata dal Gruppo Progressio S.G.R., specializzato nella produzione di scarpe antiinfortunistiche a marchio Jallatte, Aimont e Lupos sta per chiudere i battenti e lasciare a casa 60 dipendenti, inclusi i 12 che non rientreranno dalla cassa integrazione.
Jal di Paruzzaro e Sant’Andrea di Novara sono solo gli ultimi casi di emergenze occupazionali riportati dalle cronache. La chiusura di grandi aziende come la Bossi di Cameri e la Bemberg di Gozzano, così come piccole realtà costrette a ridimensionare i propri organici, raccontano di un’onda lunga della crisi economica che mette a dura prova il tessuto economico e sociale del territorio.
L’impegno del Governo e del Parlamento ha ottenuto i primi risultati. Per il Lavoro sono stati investiti circa 4 miliardi di euro attraverso il Decreto del Fare. Soldi serviti, ad esempio, per finanziare con 500 milioni la Cassa integrazione in deroga (per i lavoratori delle aziende che non avrebbero avuto il diritto alla Cassa tradizionale) e 700 milioni per dare una pensione a 6.500 esodati. Altri 50 miliardi di euro sono stati stanziati per ripianare i debiti della Pubblica Amministrazione verso le imprese, entro il 2014. Piccoli passi, se rapportati alla criticità complessiva, ma finalmente nella giusta direzione.
Attenzione e impegno politico non sono mancati, ma servono ulteriori passi avanti. I casi come quello della Jal evidenzia, ancora una volta, come la crisi occupazionale debba essere affrontata mettendo al primo posto i lavoratori. Non bastano forme di sostegno e ammortizzatori sociali, è necessario un ulteriore salto di qualità sul piano della riqualificazione e valorizzazione dei lavoratori. La formazione continua come strumento per affiancare quelle professionalità che rischiano di essere escluse precocemente dal mercato del lavoro, ma anche per favorire una maggiore flessibilità e capacità di ricollocamento. Fronteggiare la crisi occupazionale significa offrire ai lavoratori strumenti efficaci, funzionali e adeguati. Mettere ciascun cittadino nelle condizioni di costruire il proprio futuro è un impegno inderogabile. Il Fondo Sociale Europeo mette a disposizione risorse su questo fronte strategico fondamentale, al Governo e alle Regione il compito di individuare il miglior modo di investirli per favorire occupati, disoccupati e fasce più deboli della popolazione.