Fin dai primi giorni di impegno parlamentare mi batto per l’adozione di tutte le misure di esclusione dalle regole del patto di stabilità interno per i Comuni ricompresi nella fascia demografica fra i 1.000 e i 5.000 abitanti. Sul tema avevo già sottoscritto una Mozione in Senato lo scorso aprile.
Guardando ai bilanci delle Amministrazioni locali, come pure alle notizie dai territori, non mancano gli spunti per comprendere quanto il vincolo finanziario, nato per scongiurare il rischio default, possa condizionare i servizi e congelare lo sviluppo locale. Penso, ad esempio, all’edilizia scolastica, una delle questioni più emergenziali che denota il sistema Italia. Nel Novarese, il Sindaco del Comune di Invorio, Dario Piola si è rivolto al Presidente Enrico Letta per completare i lavori all’istituto comprensivo che serve ben 9 comuni, ma il cui cantiere è risulta bloccato. Sono in contatto con il primo cittadino e in questi giorni ho firmato un secondo intervento, dove interrogo Ministro dell’Istruzione e quello dell’Economia con la massima sollecitudine, per consentire in tempi brevi la messa in sicurezza degli edifici scolastici di qualsiasi ordine e grado su tutto il territorio nazionale. In attesa di riuscire a sgravare i piccoli Comuni dal vincolo del Patto, si possa procedere agli investimenti per l’edilizia scolastica. La sicurezza di studenti e insegnanti è più importante di ogni bilancio.
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Sciogliamo il patto di stabilità sugli investimenti per la scuola
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