«Oggi l’aula del Senato ha ribadito il proprio impegno per la tutela dei minori. Rispondiamo ad una richiesta di aiuto che viene dai ragazzi, dalle famiglie, dagli insegnanti». La Senatrice Elena Ferrara, prima firmataria del provvedimento – commenta così l’approvazione, in terza lettura a Palazzo Madama, del DDL 1261-B “per la tutela dei minori a prevenzione ed il contrasto al cyberbullismo”.
«La libertà di espressione e quella di pensiero rientrano nei diritti fondamentali, d’altro canto – precisa la Senatrice Democratica – quando si parla di minori tutti devono fare un passo indietro. Da qui l’esigenza di agevolare la rimozioni di contenuti e accelerare il blocco dei siti o dei profili sulla base delle segnalazioni inviate anche dagli adolescenti, che oggi non possono sporgere denuncia autonomamente. Questo è il grande impegno, condiviso anche dai principali soggetti del web che più volte, pubblicamente, si sono resi disponibili a rispettare».
Un testo pensato per le vittime, ma anche per quei ragazzi che, spesso inconsapevolmente, si rendono responsabili di condotte dai risvolti penali. «Il disegno di legge – continua la parlamentare novarese – introduce la procedura di ammonimento, come avviene per lo stalking, al fine di responsabilizzare i minori ultraquattordicenni autori di reati tenendoli però, nei casi in cui è consentito dalla legge, fuori dal penale». Un approccio rieducativo, condiviso da istituzioni, forze dell’ordine, eccellenze sanitarie, esperti di pedagogia e di diritto, famiglie, insegnati, fino agli studenti che hanno costituito le classi debullizzate alle associazioni di vittime di cyberbullismo scolastico.
«Quello di oggi è un passo importante verso la costituzione del Tavolo interministeriale presso la Presidenza del Consiglio, con il coinvolgimento di tutti gli Enti e i soggetti interessati, coordinati dal Ministero dell’Istruzione, per mettere in campo strategie condivise di prevenzione», spiega Ferrara.
Misure intorno alle quali è stato possibile trovare piena condivisione e sostanziale convergenza politica sulla necessità di tornare allo spirito iniziale della proposta di legge, profondamente modificata alla Camera dei Deputati in seconda lettura parlamentare. «Abbiamo rimesso al centro i minori, perché la cura delle vittime e il recupero dei responsabili sono possibili solo attraverso una corretta educazione al corretto utilizzo delle nuove tecnologie», chiarisce Elena Ferrara.
Una comunità educante, forte di un referente per ogni autonomia scolastica e di una formazione continua degli insegnanti a supporto degli studenti e delle famiglie. «L’auspicio è che si possa al più presto convergere sui punti di condivisione per chiudere in questa legislatura, con il definitivo passaggio alla Camera, un percorso da molti atteso. Manca solo un passo, sono certa che anche a Montecitorio ci sarà una forte presa di coscienza sulla necessità di rendere operativa la normativa al più presto», rilancia la Senatrice .
«Questa legge – prosegue Ferrara – restituisce un po’ di ristoro a tutte quelle famiglie che hanno vissuto da vicino le conseguenze di un uso scorretto del web. Ho conosciuto tanti genitori alcuni dei quali attivi nei progetti di prevenzione, a partire da Paolo Picchio, padre di Carolina, che è stato al mio fianco fin dall’inizio di questo percorso con instancabile impegno». Proprio alla prima vittima accertata di cyberbullismo sarà dedicato il Centro nazionale dedicato alla cura delle vittime di cyberbullismo e al recupero dei bulli, con sede alla Casa Pediatrica del Fatebenefratelli-Sacco di Milano. Una prova tangibile che già il percorso di costruzione del Ddl ha portato ad importanti risultati, dalle Linee guida di prevenzione e contrasto al bullismo e al cyberbullismo emanate dal Ministero dell’Istruzione la scorsa primavera alle prime leggi regionali in tema di cyberbullismo approvate in Lazio e in Lombardia.
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